Oggi il
Forum Sociale Mondiale, questo grande cantiere di sogni e progetti per un mondo
alternativo, ha chiuso i battenti.
Certamente per i tunisini questo evento è stato un
momento straordinario che ha rafforzato la loro voglia di democrazia vera, di
libertà, di giustizia. Parole che sono state pronunciate mille volte in questa
settimana soprattutto dai giovani entusiasti per questo Forum. La decisone di
celebrarlo a Tunisi è stata indubbiamente una grande scelta politica che avrà
serie ricadute.
La situazione però della Tunisia non è così rosea
come potrebbe apparire da questi nostri diari. L’economia è in difficoltà, la
disoccupazione è molto alta, la produzione mineraria crolla, il turismo vacilla
e molti, soprattutto giovani, emigrano. Altrettanto difficile è la situazione politica,
che si intravede dalla presenza massiccia di polizia antisommossa. Alla vigilia
del Forum sono stati arrestati circa 300 tunisini. Lo scontro poi fra laici e
fondamentalisti è molto forte e la tensione resta alta.
Anche la ricerca di soluzione politica ai problemi
è notevole. Interessante le prese di posizione del partito di opposizione Il
Fronte Popolare sulla questione del debito.. “Se davvero Francia, Germania, Italia
- ha detto Jilani Hammami del FP - hanno simpatia per la Tunisia, che congelino
il pagamento del debito estero per tre o quattro anni, in modo che il 18% del
bilancio tunisino, così svincolato, possa essere consacrato alla creazione di
posti di lavoro. Questo del debito è stato uno dei temi più dibattuti al FSM.
Questa mattina il Forum ha vissuto il suo momento finale con la discussione nei gruppi di convergenza:
solidarietà internazionale di fronte alla crisi, religione e emancipazione,
lavoro, povertà, salute e protezione sociale, le lotte contro i grandi progetti
inutili, le migrazioni, l’estrazione mineraria, il futuro del FSM, la sovranità
alimentare e tanti altri temi...
Molto vivace e con grande partecipazione popolare è
stato il gruppo di convergenza: “Religione e partecipazione” che ha dibattuto
il problema di come riuscire ad andare avanti senza farsi intrappolare dalla
religione. Un dibattito aperto, a volte duro, fra i laici e i fondamentalisti
tunisini. Una donna tunisina femminista ha aperto la discussione e con estrema
libertà ha attaccato i tanti tabù della società tunisina, innescando così un
acceso dibattito. Al termine della sessione si sono accordati di continuare
questo dialogo fra laici e fondamentalisti così importante per il futuro della Tunisia
e del mondo islamico.
Una grave lacuna del Forum è stato il fatto che non
ha saputo aiutare a creare reti a vari livelli, soprattutto su temi
fondamentali come il land-grabbing, l’acqua, la lotta al nucleare o il debito.
Nel pomeriggio si è tenuta la marcia conclusiva in
favore dei palestinesi, un tema che ha molto segnato il Forum.
I missionari e le missionarie comboniane si sono poi
ritrovati per continuare una loro
riflessione sul Forum e su come proseguire il loro impegno su Giustizia, Pace e
Integrità del creato. Tutti hanno riconosciuto essere stata una grazia il fatto
che il Forum si sia tenuto a Tunisi in questo momento storico e hanno ritenuto
un dono questo incontro sia con il mondo tunisino che con le realtà di società
civile. “Il Forum è un vero areopago - ha detto una sorella comboniana - dove è
importante essere presenti con la nostra specificità di missionari e
missionarie”.
In questo spirito abbiamo celebrato la Pasqua con
la chiesa locale nella cattedrale di Tunisi, ma abbiamo sentito il soffio
pasquale nella voglia di diignità e di liberazione del popolo tunisino. Dio è
sempre presente in ogni movimento verso la libertà e la dignità. E’ questa la
Pasqua che Dio sogna per i suoi figli e figlie.
Domani, giorno di Pasqua, concluderemo questo
nostro pellegrinaggio in terra tunisina tra le rovine di Cartagine, facendo
memoria delle antiche comunità cristiane dei primi secoli, ricordando figure
splendide come il vescovo Cipriano di
Cartagine insieme al vescovo Agostino e al grande Tertulliano. Ci verrà
spontaneo ricordare le gesta di due grandi donne come Felicita e Perpetua che
hanno pagato con il sangue la loro fedeltà a Cristo. Senza dimenticare che quelle
antiche comunità cristiane tunisine hanno dato ben tre papi: Victor, Milziade e
Gelasio.
Dato che in questi giorni abbiamo parlato di
dialogo con i nostri fratelli musulmani, ci sentiremo obbligati a fare memoria
di Pierre Claverie, vescovo del dialogo, ucciso nel 1996 a Oran, che aveva
usato dire una parola che facciamo nostra: “Non c’è umanità se non al plurale”.
Buona Pasqua!
Tunisi,
30 Marzo 2013
Alex Zanotelli – Elisa Kidanè
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