giovedì 22 settembre 2022

[Iran]

 “In queste ore le donne iraniane stanno facendo qualcosa di grandioso.
Dopo essersi tolte l’hijab per manifestare contro la brutale uccisione della 22enne Mahsa Amini, “colpevole” di aver indossato “male” il velo, le proteste stanno dilagando in tutto l’Iran.
Commuovono le immagini di decine e decine di donne che, sfidando il regime di Khamenei, si tagliano i capelli, bruciano l’hijab in piazza e diffondono i video sui social, mentre in molte marciano in strada a volto scoperto come estremo atto di ribellione.
Donne che sostengono altre donne, in una sorellanza che supera anche la paura. 
Donne giovani e meno giovani che alzano la testa, non si piegano, scoprono il volto, bruciano i simboli dell’oppressione e manifestano per i diritti di tutte. 
C’è solo da inchinarsi dinnanzi a tanto, inaudito, coraggio. E sostenerle fino in fondo.”

 @lorenzotosa  

domenica 4 settembre 2022

Il dolore dei registi iraniani incarcerati

 "Creare è la nostra ragione di vita"
 Il messaggio di Panahi e Rasoulof

«Siamo cineasti. Facciamo parte del cinema iraniano indipendente. Per noi vivere significa creare. Creiamo opere che non sono su commissione, per questo chi è al potere ci vede come criminali»: comincia così la dichiarazione dei registi iraniani Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof, letta dal direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera al panel «Cineasti sotto attacco». Panahi è stato privato della libertà personale nel luglio scorso, per aver manifestato insieme a numerosi suoi colleghi per l'arresto di altri due registi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, avvenuto a seguito delle proteste contro la violenza nei riguardi di civili in Iran. 
«La storia del cinema iraniano - prosegue il messaggio - testimonia la presenza costante e attiva di registi indipendenti, che hanno lottato per respingere la censura e per assicurare la sopravvivenza di quest'arte. Fra questi, ad alcuni è stato vietato di fare film, altri sono stati costretti all'esilio o ridotti all'isolamento. Eppure la speranza di poter nuovamente creare è una ragione di vita, non importa dove, quando o in quale circostanza un cineasta indipendente stia creando o pensando di creare».