MemoriAzioni

Cari amici e sottoscrittori di NSDT,

nell'ottica di una maggiore fruibilità dell'interessantissimo materiale fino ad oggi condiviso, abbiamo valutato l'opportunità di pubblicarlo in un apposito archivio di libero accesso, in modo da poterlo consultare ed aggiornare nel tempo. A tal fine è stato predisposto questo [NSDT]Blog, reperibile all'indirizzo
http://www.nonsidevetacere.blogspot.com/
Per rendere facile e facoltativa la pubblicazione su tale Blog abbiamo pensato ad un meccanismo automatico legato ad un particolare indirizzo email da inserire tra i destinatari degli interventi: in questo modo chi desidera pubblicare il proprio contributo anche sul Blog dovrà limitarsi ad inviarlo, oltre che al consueto indirizzo nonsidevetacere@googlegroups.com (cui già deve risultare registrato), anche all'indirizzo di posta dedicato (reso noto a tutti gli iscritti a NSDT). Il post verrà automaticamente aggiunto (senza bisogno di nuove iscrizioni) alla pagina del Blog, oltre che venire come di consueto inviato a tutti gli iscritti via posta elettronica (e chi non aggiungerà tale indirizzo vedrà il proprio contributo distribuito solo via mail). Poiché la pubblicazione avverrà in prima battuta senza filtro umano, sarà ovviamente opportuno curare  i contenuti di quanto inviato e soprattutto indicare nell'oggetto della mail un titolo chiaro che costituisca riassunto/etichetta dello scritto e il nome di chi lo ha inviato; raccomandiamo inoltre quando possibile di scrivere i propri contributi in testo semplice, senza formattazioni, allegati o codici html; alcuni moderatori assicureranno post hoc l'amministrazione e la catalogazione del materiale prodotto.

Buon viaggio al nuovo NSDT e buone discussioni!
Beppe
Ringrazio Luca e Marco che hanno condiviso con me l'idea e hanno realizzato il sito





“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
A.Gramsci, Città futura, 11 febbraio 1917



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(...) Il mondo non è giusto e non Io sarà mai.
Ma bisogna lottare per avere più giustizia.
Bisogna, dobbiamo farlo.
Le cose cambiano, migliorano, ma non abbastanza in fretta.
I politici e i governanti dicono sempre che non cederanno alle minacce, ma è il contrario.
Cedono sempre alle minacce.
I miglioramenti si ottengono solo reclamandoli con forza.
Da qualche anno gli adulti lo hanno capito,
e ottengono per le strade quel che i burocrati gli rifiutano.
Ve lo dico per mostrarvi che gli adulti, se lo vogliono veramente,
possono migliorare la loro vita, la loro sorte.
(...)


da "Gli anni in tasca"  (film di F. Truffaut, 1976)
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A che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova piacere nell’essere confutato, se dice cosa non vera, e nel confutare, se qualcuno non dice il vero, e che, senza dubbio, accetta d’esser confutato con un piacere non minore di quello che prova confutando. Infatti, io ritengo che l’esser confutati sia un bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente, difatti, è per l’uomo un male tanto grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo il discorso.

Platone, "Gorgia" 458a3-b3




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“ Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare “

Albert Einstein


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Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, né conquistare nessuno. Vorrei invece aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini-macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Non odiate: coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo". Non di un solo uomo, o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di far sì che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse. Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! Nel nome della democrazia, siate tutti uniti!
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia.
Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità.
Guarda in alto, Hannah! L’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
Guarda in alto, Hannah.
Lassù!

Charlie Chaplin, Il grande dittatore-The Great Dictator, 1940





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