Alle 18,25 del 24 marzo 1980 un cecchino appostato in un’automobile
davanti alla cappella della Divina Provvidenza uccideva l’arcivescovo di
San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, mentre celebrava la messa. Ci furono subito pochi dubbi sui mandanti dell’omicidio: troppe volte
l’arcivescovo aveva accusato i militari, i paramilitari e gli squadroni
della morte di uccidere innocenti e insanguinare il paese. Il Salvador scivolava verso la guerra civile, che durerà fino al 1992 provocando almeno 75mila vittime. Trent’anni
dopo il presidente Mauricio Funes ha ricordato la morte di Romero e
le responsabilità del governo del tempo.
Nel 2010 il capitano Álvaro Rafel Saravia – l’unico condannato per
l’omicidio di Romero – ha raccontato in un’intervista al giornalista Carlos Dada, pubblicata nel giornale salvadoregno online El Faro,
in che modo il maggiore dell’esercito Roberto D’Aubuisson, fondatore
dell’Alianza republicana nacionalista (Arena, il partito di estrema
destra che ha governato il paese dal 1989 al 2009) e membro della Lega
anticomunista mondiale, organizzò l’omicidio dell’arcivescovo di San
Salvador.
Saravia è un ex capitano delle forze militari aeronautiche del
Salvador e amico di D’Aubuisson, con cui ricorda le “giornate in
spiaggia a condividere un bicchiere di rum”. Oggi Saravia vive da
fuggitivo e non vede i suoi figli da dieci anni. Su El Faro si legge che
ha lavorato come fattorino di una pizzeria, e poi ha riciclato denaro
sporco per un trafficante colombiano, infine ha gestito un centro di
automobili usate in California.
Nel 2006 aveva ammesso il suo coinvolgimento nella morte di Romero,
ma nell’intervista con Dada ha dichiarato di non aver mai ucciso o
rapito nessuno. Ha confermato però le accuse del rapporto redatto nel
1993 dalla Comisión de la verdad nei confronti di D’Aubuisson, e ha
parlato del coinvolgimento del figlio dell’ex presidente Arturo Armando
Molina, accusato di aver assoldato il sicario disposto a sparare.
Ci sono però delle differenze tra la “confessione” di Saravia fatta a
Dada e il rapporto della Comisión de la verdad, che lo accusa di essere
coinvolto nella pianificazione dell’assassinio di Romero. “D’Aubuisson
mi aveva convinto a entrare nel fronte anticomunista, ma io con
l’omicidio non c’entro. Quel giorno non avevo nessuna arma con me”, ha
detto al giornalista Saravia, che ha ammesso di aver fornito l’auto
usata nell’omicidio. Secondo Saravia, è stato D’Aubuisson ad aver
organizzato e pianificato l’uccisione dell’arcivescovo di San Salvador
fin dall’inizio.
Secondo Saravia, inoltre, l’imprenditore Lemus O’Byrne, ex presidente
dell’Asociación nacional de la empresa privada, è stato il
“finanziatore” dell’omicidio. O’Byrne ha negato queste accuse.
(internazionale.it)
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