La parte meridionale di Cipro è la
repubblica ufficiale riconosciuta dall’Onu ed è la Cipro greca, parte
integrante della Ue e la cui moneta ufficiale è l’euro. Cipro
rappresenta appena lo 0,2% del Pil dell’Eurozona, ma ha la particolarità
di avere un ipertrofico sistema bancario con depositi che raccolgono
risparmi per una cifra superiore a circa 6 volte quella del Pil. La
protezione del segreto bancario e la fiscalità bassa per le imprese ne
hanno fatto una delle più importanti piazze d’affari del Mediterraneo,
nonché una centrale internazionale del riciclaggio di denaro sporco
soprattutto russo e britannico. La Gran Bretagna possiede due enclavi
sul suo territorio: Akrotiri e Dhekelia, basi militari sovrane. Greci,
russi, turchi e inglesi gravitano intorno alla piccola isola del
Mediterraneo, ancora più strategica dopo la scoperta di enormi
giacimenti di gas naturale.
La crisi per Cipro arriva dopo la
ristrutturazione del debito greco. Le banche cipriote erano molto
esposte ai titoli e all’economia greca in generale. Come ovvio, sono
state martoriate dal crac del paese ellenico. A quel punto si rendono
necessari gli aiuti internazionali per sostenerne il sistema
finanziario. Nell’estate 2011 arriva il prestito di 2,5 miliardi di euro
dalla Russia, uno dei giocatori principali di questa partita. Secondo
alcune stime Cipro rappresenta un deposito offshore di circa 20
miliardi di euro per cittadini e società russe. Il prestito di Putin
non basta, ad oggi servono altri 10 miliardi per evitare il crac del
sistema finanziario cipriota.
Al dicembre 2012 il rapporto debito/Pil
cipriota ammontava a circa l’86%. Con una immissione di 10 miliardi di
denaro pubblico, sarebbe schizzato al 142%. Insostenibile per una
qualsiasi economia. La Bce e l’Eurogruppo propongono allora un bailout vincolato ad alcune rigidissime condizioni. Per bailout
si intende la situazione in cui un soggetto vicino alla bancarotta
riceve un'iniezione di liquidità, al fine di soddisfare i suoi obblighi a
breve termine. Il prestito di 10 miliardi del Fondo Salva Stati potrà
essere erogato se e soltanto se i cittadini ciprioti pagheranno
immediatamente 5,8 miliardi di euro. A quel punto quei geniacci dei
tecnocrati europei avranno pensato: e cosa c'è di meglio di un prelievo
forzoso sui conti corrente?
E infatti propongono a Cipro questa
pistola puntata alla tempia. Per sbloccare il prestito da 10 miliardi,
si devono trovare 5,8 miliardi attraverso un prelievo forzoso del 6,75%
sui depositi fino ai 100mila euro e del 9,90% su quelli superiori, si
badi bene su tutti i depositi, non solo quelli dei cittadini ciprioti.
Questo ha generato il panico e manifestazioni di protesta a Cipro, con i
cittadini impossibilitati a recuperare i propri risparmi alle banche e
ai bancomat, perché per questo blitz è stato scelto un periodo di
festività religiosa in cui gli esercizi pubblici sono chiusi.
Nel frattempo il governo ha disposto il
congelamento dei conti per evitare fughe di capitali ed ha imposto alle
banche la chiusura fino a giovedì 21. Durissime le reazioni dalla
Russia, dove Putin denuncia l’ingiustizia del provvedimento e Medvedev
rincara la dose affermando: ӏ una decisione controversa e assomiglia a
una confisca di fondi stranieri”. Dalla Germania invece il ministro
delle finanze Wolgang Schauble nega ogni responsabilità tedesca per
l’imposizione del prelievo forzoso sui redditi inferiori ai 100mila
euro. Una mezza ammissione in pratica. A suffragare la tesi della
“manina tedesca" sulla decisione dell’Eurogruppo ci pensa il settimanale
Der Spiegel, che mostra dei dati incontrovertibili. Le banche tedesche
sarebbero esposte per 5,9 miliardi nei confronti di Cipro, all’incirca
lo stesso ammontare richiesto col prelievo. In caso di default,
questi crediti diverrebbero inesigibili. Ecco, spiegato il giochetto.
Io ti salvo con 10 miliardi ma tu garantisci il mio credito con i tuoi
depositi. Semplice no?
Nel frattempo nello scacchiere si è
mossa anche la Gran Bretagna. Per garantire i propri concittadini di
stanza nelle enclavi di Akrotiri e Dhekelia, ha inviato il 19 marzo un
aereo con un milione di euro in contanti da distribuire ai propri
soldati nel caso dovesse essere approvato il prelievo forzoso. Il Tesoro
britannico ha inoltre sospeso il pagamento delle pensioni ai cittadini
britannici che vivono a Cipro, per evitare gli effetti del prelievo.
Nello stesso giorno a sorpresa, il premier cipriota Nicos Anastasiades
non è riuscito a convincere la maggior parte dei parlamentari della
bontà del piano. Con 39 voti contrari, il parlamento ha bocciato il
diktat della Troika con i voti dell’opposizione e del partito più
piccolo della maggioranza. Il piano non è stato approvato, perciò ad
oggi non ci sarà nessun programma di aiuto.
Questa situazione ha creato il panico
nei mercati europei, tra borse in picchiata, spread in rialzo, ma
soprattutto ha generato una paura diffusa negli investitori mondiali,
una crescente instabilità nell’area euro, ed il terrore che il prelievo
forzoso sui depositi possa toccare agli altri paesi europei in
sofferenza. Intanto secondo indiscrezioni trapelate su “Il Sole 24 Ore”,
Cipro sta guardando “oltre Bruxelles” per la ricerca di ulteriori
aiuti. Il ministro delle Finanze cipriota Sarris avrebbe offerto alla
Russia una quota della nascente società energetica cipriota e benefici
strategici nel settore del gas naturale in cambio di una tassa sui
depositi russi nelle banche cipriote.
Francesco Berni, Il Corsaro
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