Grande mobilitazione contadina in difesa del diritto alla terra
Continua la minaccia di sfratto massivo
di Giorgio
Trucchi - Rel-UITA (traduzione: Davide Piccolo)
Migliaia
di contadini accompagnati da organizzazioni popolari, sociali e sindacali della
Valle del Aguàn si sono mobilitati il giorno 1 di Giugno nella città di Tocoa,
rifiutando le minacce lanciate dal latifondista e produttore di palma africana
Miguel Facussè Barjum, di sfrattare diverse tenute che sono oggetto di
negoziazione con il governo e che sono in possesso del Movimiento Unificado Campesino del Aguàn (MUCA). Si esige di compimento degli accordi firmati con il
governo nel 2010 e l'approvazione del progetto della legge di Trasformazione
Agraria Integrale presentata l'anno passato al Congresso Nazionale.
La
situazione del Bajo Aguàn potrebbe diventare esplosiva nei prossimi giorni, dopo
che i delegati del Gruppo Dinant presentarono oggi davanti alla Segreteria di
Sicurezza una richiesta per riattivare l'ordine di sfratto di almeno sette
tenute - circa 4 mila ettari -, oggetto della negoziazione e degli accordi con
il governo dal Giugno dell'anno passato, dove sono insediate migliaia di
famiglie contadine affiliate al MUCA.
Inoltre, la dirigenza del MUCA ha
deciso ieri di chiedere più tempo al governo per poter analizzare con la base
contadina il piano di negoziazione presentato all'ultimo minuto dall'Istituto
Nazionale Agrario (INA), la cui approvazione è condizione per poter proseguire
con gli accordi.
"E`impressionante vedere il numero di persone arrivate a
Tocoa per manifestare il deciso rifiuto alle minacce di Facussè, che ora
sembrano essere appoggiate anche dall'INA", disse Yoni Rivas, segretario
generale del MUCA.
Rivas etichettò come "irresponsabili" le dichiarazioni
della massima autorità dell'INA ai media nazionali, dove dichiara che, al non
firmare, il MUCA si troverà fuori da qualsiasi tipo di accordo e quindi, esposto
a quello che potrà succedere.
"E`una brutale manipolazione della verità
perché non possiamo firmare qualcosa che non abbiamo discusso con la base. In
questo senso abbiamo chiesto più tempo, ma c'è stato negato. Inoltre - continuò
Rivas - stiamo esigendo il complimento degli accordi del 2010 e l'approvazione
nel Congresso del progetto di Legge di Trasformazione Agraria
Integrale".
Il dirigente contadino assicura che con questa
mobilitazione si è dimostrato che la Valle del Aguàn vuole giustizia e esige
una giusta ripartizione della terra. "Siamo preoccupati per quello che potrà succedere nei prossimi giorni. Fin da ora allertiamo la comunità internazionale
e le organizzazioni internazionali dei diritti umani perché mantengano alta
l'attenzione su quello che potrebbe succedere", concluse Rivas.
Anche per
Esly Banegas, del Coordinamento di Organizzazioni Popolari del Aguàn (COPA) e dirigente regionale del Sindacato de trabajadores del Instituto Nacional Agrario
(SITRAINA), la mobilitazione di oggi è un segnale chiaro della volontà della
gente di non lasciarsi intimidire dalle minacce.
"La gente ha reagito ed
è venuta ad appoggiare questa lotta, rafforzando l'unità della popolazione. Non
possiamo permettere che continuino le violazioni dei diritti umani e che si
calpesti il diritto delle famiglie contadine all'accesso alla terra",
sottolineò Banegas.
Secondo varie organizzazioni e reti internazionali,
tra queste la Rel-UITA - che nei giorni passati convocarono un'Udienza pubblica
e un Seminario internazionale sulla situazione dei diritti umani nelle comunità
contadine - nel Bajo Aguàn c'è una mancanza assoluta delle istituzioni e regna l'impunità.
La mancanza di accesso alla terra, la promozione della
monocultura della palma africana su grande scala, la militarizzazione del
territorio e l'assenza dello stato sono elementi di un conflitto agrario che ha
lasciato, ad oggi, un saldo di 48 contadini organizzati uccisi in meno di tre
anni.
Note e gallerie fotografiche
relazionate:
- Debemos exigir que el país deje de ser invisible
- traducción al inglés
- (Vídeo) Intervención de Carlos H. Reyes en la Audiencia
Pública sobre ddhh en el Bajo Aguán
- Un Estado para pocos en el reino de la
impunidad
- Ni la caña de azúcar, ni la palma africana nos
alimentan
- MUCA se moviliza y responde a Facussé
- Galería fotográfica del Seminario
- Galería fotográfica Audiencia Pública 1
- Galería fotográfica Audiencia Pública 2
- Aguán: Facussé amenaza con desalojos masivos
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