Le lotte sociali che percorrono il Cile, e che hanno
in molti casi saldato le rivendicazioni studentesche con quelle dei lavoratori,
già da mesi hanno il loro centro nella regione di Aysen, Patagonia, diventata
simbolo del disagio e della protesta con l’efficace slogan, creato dal vescovo
mons. Luis Infanti de la Mora, e diffusosi rapidamente in tutta la
nazione con l’appoggio anche di intellettuali e artisti (tra cui il gruppo Inti
Illimani "Nuevo") :"Aysen-tu problema es
mi problema".
Le rivendicazioni di Aysen, che lamenta una condizione
di isolamento e di disattenzione da parte del governo, partono dalla richiesta
di infrastrutture, sussidi per la piccola e media impresa, migliori condizioni
di lavoro, per arrivare alla possibilità di essere dichiarata zona franca con
agevolazioni tra cui riduzione del costo della benzina,- come è avvenuto in
altri Paesi per regioni in qualche modo più isolate e "svantaggiate"
geograficamente anche se dotate di bellezze naturali..
Il 15 marzo
2012 il portavoce del governo Andrés Chadwick, accusando i manifestanti di blocchi stradali ed episodi di violenza, ha
giustificato gli interventi anche pesanti dei carabineros avvertendo che il Governo avrebbe valutato l'applicazione
della “Ley de Seguridad” -cosa che puntualmente si è poi verificata nei
confronti di 22 abitanti della regione.
La reazione della Chiesa cilena rappresentata dalla
Confederazione dei Religiosi del Cile, è
stata di dura condanna:
“Siamo indignati per quello che accade ad Aysen e
denunciamo qualsiasi tipo di azione violenta contro i cittadini, qualsiasi
negazione dell'esercizio del dialogo pacifico. Siamo contrari ad ogni eventuale applicazione di leggi
(anti-terrorismo, di sicurezza nazionale, per esempio) che non hanno niente a
che fare con questi problemi”. Il testo conclude con una nota di speranza: "E'
possibile costruire la grande ‘tavola per tutti’, ascoltando l'altro e
dimostrando empatia verso i fratelli più deboli" (fonte: Radio Vaticana.org).
Il 20 marzo i dirigenti del Movimiento Social de Aysén
inviano al ministro e vicepresidente
Rodrigo Hinzpeter una lettera con la proposta di ritirare i blocchi
stradali in cambio della rinuncia del Governo ad applicare la Ley de Seguridad del Estado ai 22 abitanti della Regione
implicati.
La lettera -firmata dai dirigenti della Mesa Social
Aysen tra cui Ivan Fuentes e Misael
Ruiz.-chiede anche di "ritirare le Forze Speciali dei Carabineros la cui
presenza "è una chiara provocazione alla violenza", e di "onorare gli accordi ottenuti nelle riunioni con il ministro dell' Energia, Rodrigo
Álvarez, in cui questi si è impegnato a
implementare una zona franca, inclusi i
combustibili, e a realizzare altri punti concordati".
Ma mercoledì
21 marzo, mentre ancora si aspetta una risposta, la violenza esplode.
Fonti del luogo attraverso i blog denunciano che le "forze speciali" dei
carabineros entrano fin dentro le case
picchiando i lavoratori anche non partecipanti alle manifestazioni, e che
si segnalano almeno 27 lavoratori feriti da colpi di bastone. Un vero e proprio combattimento di 23 ore con
le Forze speciali, con incendi, danneggiamento di immobili, feriti da entrambe
le parti.
"Mai visto niente di simile a Coyhaique.." dichiara il
governatore della zona ."Il centro sembra
una zona di guerra. Ci sono danni per milioni"
La Agrupación Nacional de Empleados Fiscales (ANEF) di
Aysén riferisce che le Forze Speciali dei Carabineros avrebbero
attaccato con bombe lacrimogene la sede
regionale dell’Associazione in
Coyhaique, al cui interno si trovavano persone
ferite che venivano soccorse da personale medico.
Il presidente
regionale dell' organizzazione, Julio López, dichiara :"La polizia ha
circondato la sede, e lanciato bombe
lacrimogene pur sapendo che qui c'erano feriti e infermieri che prestavano loro
soccorso".
In un documento di denuncia la ANEF (Agrupación
Nacional de Empleados Fiscales de la Región de Aysén) ha quindi redatto e inoltrato una dura protesta sugli avvenimenti
del 21 marzo in cui si
afferma:
"A fronte
della crudele repressione ordinata dal Governo contro la nostra regione di Aysen
e oggi contro la popolazione di
Coyhaique, che include percosse ai
manifestanti, violenza inusitata contro le persone con uso di proiettili ad aria
compressa, bombe lacrimogene, irruzione nelle case, negazione di informazioni
sui detenuti, violazioni dei principii umanitari elementari come fornire cure ai
feriti,attacchi alla sede Anef e all'ospedale di Coyhaique,
ESIGIAMO:
-il ritiro immediato delle Forze Speciali dei
Carabineros che si comportano come truppe di occupazione in
Aysen.
-il ritorno immediato di Piñera in Cile (dal
Vietnam,.n d r) per aprire il dialogo coi dirigenti
regionali.
-la rinuncia del Generale dei Carabineros Gustavo González a ordinare la esecuzione della repressione violenta e brutale contro il popolo del Cile e della Regione di Aysén perpetrata nell'ultimo
periodo.
-ANNUNCIAMO azioni legali contro il Ministro degli
Interni Rodrigo Hinzpeter che ha abusato
dei suoi poteri contro persone che, come primo dovere,
egli deve proteggere.
FACCIAMO APPELLO
alle forze democratiche del Cile
e del mondo perchè dirigano la loro attenzione alla Regione di Aysén che sta
subendo la più crudele aggressione di cui si abbia memoria. Siamo alle soglie di
una tragedia che deve essere evitata.”
MOVIMIENTO
AYSEN - Tu problema es mi problema
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