Il processo a carico dell’ex dittatore José Efraín Ríos Montt (1982-1983), che sembrava essersi archiviato con
la storica condanna a 80 anni prima del clamoroso passo indietro della
Corte Costituzionale il 20 maggio, non riprenderà prima dell’aprile
2014.
È quanto ha comunicato il nuovo tribunale
designato per celebrare il dibattimento – dopo il rifiuto a riaprire il
processo opposto dai giudici che avevano già condannato il generale a
riposo – il ‘Tribunal B de Mayor Riesgo’: la corte ha addotto come
principale motivazione la fitta agenda delle cause arretrate, ben 26,
spalmate su un calendario che prevede udienze fino al 31 marzo 2014.
Tutti processi prioritari – ha fatto
sapere la corte – rispetto a quello per genocidio e crimini di lesa
umanità perpetrati dall’esercito contro la popolazione indigena Maya
Ixil; atrocità documentate anche dal rapporto ‘Guatemala nunca más’
(Guatemala mai più) redatto da monsignor Juan José Gerardi, assassinato
da due militari il 26 aprile 1998. Per rispondere di questi crimini,
l’ex dittatore è stato chiamato sul banco degli imputati dopo essere
stato un protagonista della vita politica del Guatemala seguita alla
guerra civile (1960-1996) protetto dall’immunità parlamentare, persa
solo nel gennaio 2011.
La difesa dell’ex dittatore, 86 anni,
punta tuttavia a ottenere un’amnistia per Ríos Montt e per il suo ex
capo dell’intelligence militare José Mauricio Rodríguez Sánchez,
processato con lui per 1771 omicidi commessi dai militari nel
dipartimento nord-occidentale del Quiché. L’avvocato Francisco Palomo ha
detto ai giornalisti che insisterà presso la Corte Costituzionale dopo
che la Corte suprema di giustizia ha già bocciato per due volte la
richiesta dal momento che i delitti di cui devono rispondere i due ex
gerarchi del regime sono esclusi dalla Legge di Riconciliazione
Nazionale del 1986, base giuridica addotta dai loro legali.
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