Da quando
la capitale francese è passata a una gestione totalmente pubblica della rete
idrica la bolletta dell'acqua si è abbassata dell'8% e sono stati risparmiati 35
milioni di euro l'anno
di Piero Riccardi, Ernesto Pagano
Il Corriere della Sera, Giovedì 10 Gennaio 2013
di Piero Riccardi, Ernesto Pagano
Il Corriere della Sera, Giovedì 10 Gennaio 2013
Passare a una gestione totalmente pubblica
dell'acqua conviene, lo dimostrano i conti di Eau de Paris, che dal 1 gennaio 2010 ha
rilevato dalle due multinazionali Veolià e Suez la gestione della rete idrica di
Parigi, risparmiando 35 milioni di euro l’anno e abbassando dell’8 per cento la
bolletta dell’acqua.
Eau de Paris è un ente di diritto pubblico presieduto da Anne Le
Strat, braccio destro del sindaco socialista Bertrand Delanoë che ha
fatto della ripubblicizzazione dell'acqua uno dei suoi cavalli di battaglia
nella campagna elettorale del 2008.
Per Le Strat la ricetta è semplice:
risparmiare assumendo la gestione diretta di tutti i servizi, dalla
captazione fino alla fatturazione (mentre prima la stessa acqua poteva cambiare
anche dieci volte gestore prima di arrivare al rubinetto); eliminare l'obbligo
di remunerare gli azionisti, fattore tipico delle società di diritto privato, in
più godendo di vantaggi fiscali legati agli enti pubblici.
Il successo di Eau de Paris fa riflettere sulla validità delle politiche di
libero mercato legate all'acqua. Un mercato che, secondo Le Strat, è
libero solo di nome, ma di fatto Parigi è stata per decenni «un esempio
emblematico di finto liberismo economico applicato all'acqua».
A partire dal 1985 (e per volontà dell’allora
sindaco Jacques Chirac) i due colossi Suez e Veolià si sono infatti divisi la
gestione della rete idrica parigina assumendo il controllo,
rispettivamente, della rive gauche e della rive droite. «Gli utenti parigini –
ha commentato Le Strat – si sono trovati di fronte a una non scelta, mentre i
gestori avevano una rendita garantita da contratti di concessione di 20 – 25
anni spesso rinnovati senza concorrenza».
D'altronde, come spiega Le Strat, un ente di
diritto pubblico come Eau de Paris può andare incontro al libero mercato anche meglio di
un gestore privato. I lavori di manutenzione o le opere di
canalizzazione, ad esempio, vengono affidate da Eau de Paris a ditte private tramite appalti
pubblici, cosa che di fatto favorisce la concorrenza e il risparmio. Veolià e
Suez invece affidavano quasi sempre questi lavori a delle società controllate,
senza concorrenza e con fatture più salate.
Il paradosso è che, mentre il comune di Parigi mette
da parte i due colossi mondiali dell’acqua per tornare alla gestione pubblica,
in Italia le stesse Suez e Veolià si dividono da Nord a Sud fette
cospicue del mercato idrico del nostro Paese.
videointervista: http://www.corriere.it/inchieste/reportime/interviste/due-anni-acqua-pubblica-parigi-risparmiati-70-milioni-bollette-piu-basse/6cd46262-5b6f-11e2-b99a-09ab2491ad91.shtml
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