Autorità elettorale dice che ha vinto Hernández. OEA chiede
nuove elezioni. UE: dichiarazioni ambigue
Tegucigalpa, 18 dicembre
Il Tribunale supremo elettorale, Tse, ha deciso di ignorare le innumerevoli denunce di irregolarità e brogli e ha annunciato che il presidente uscente Juan Orlando Hernández è il vincitore delle elezioni generali del 26 novembre scorso. La protesta è esplosa in tutto il paese.
Il Tribunale supremo elettorale, Tse, ha deciso di ignorare le innumerevoli denunce di irregolarità e brogli e ha annunciato che il presidente uscente Juan Orlando Hernández è il vincitore delle elezioni generali del 26 novembre scorso. La protesta è esplosa in tutto il paese.
Nonostante la rielezione sia proibita in Honduras, Hernández
ha potuto partecipare grazie a una discussa sentenza della Corte
suprema di giustizia, controllata da magistrati vicini allo stesso
Hernández. Secondo David Matamoros, presidente del Tse, il leader del Partito
nazionale avrebbe vinto con il 42,9% dei voti contro il 41,4% del
candidato dell'opposizione, Salvador Nasralla, che in queste ore si
trova negli Stati Uniti per denunciare i brogli e la violenza dei militari
contro la popolazione.
La decisione dell'organo elettorale, diffusa a reti
unificate dal solo Matamoros, ha immediatamente scatenato la protesta di
migliaia di persone che sono scese nuovamente in piazza.
"Non accetteremo mai la decisione di un'organizzazione
criminale che ha dimostrato di essere al servizio della frode elettorale
organizzata dal governo”, si legge in un comunicato dell'Alleanza d'opposizione contro la dittatura.
L'Alleanza ha poi esortato le forze armate e la polizia a
riconoscere l'autorità di Nasralla come nuovo presidente ed evitare così
di essere accusate di alto tradimento. Ha anche chiesto di frenare la
violenza contro la gente che protesta pacificamente e che lotta “per porre
fine a questa dittatura mostruosa e criminale”.
L'opposizione si è inoltre lamentata della scarsa
belligeranza delle missioni internazionali di osservazione, in modo particolare
di quella dell'Unione europea che ha di fatto avallato la decisione
dell'autorità elettorale. Ha poi chiesto alla popolazione di non cadere
nel tranello “di un'informazione manipolata dal regime e diffusa
attraverso media che sono al suo servizio”.
Sicuramente più incisivo il secondo rapporto preliminare dell'Organizzazione degli stati americani che considera di
“bassa qualità” le elezioni del 26 novembre e dice di non essere in
grado di considerare chiariti i tanti dubbi sorti in queste
settimane. Ancora più forte la posizione del segretario generale dell'Osa, Luis Almagro, che dal suo
account Twitter ha chiesto nuove elezioni “per garantire pace e armonia in
Honduras data l'impossibilità di garantire un risultato elettorale
sicuro”.
L'Alleanza di opposizione ha rincarato la dose e ha chiesto
la “mobilitazione immediata e definitiva” della popolazione
come unico strumento per obbligare il regime a fare marcia indietro.
Si scatena la protesta
La gente è scesa immediatamente in strada in varie parti del
paese per protestare contro la decisione del tribunale elettorale. Le
forze di sicurezza hanno cominciato a reprimere le manifestazioni.
Dal 30 novembre a oggi ci sono già stati 20 morti e decine di feriti a causa
della repressione.
“Ci troviamo di fronte a una destra stupida e primitiva che
ha come unico obiettivo quello di difendere gli interessi di una piccola
élite che sostiene Juan Orlando Hernández.
La decisione presa oggi dal tribunale elettorale manda un
segnale chiaro e pericoloso e cioè che sono loro i padroni dell'Honduras e
che se non ci sta bene verremo schiacciati”, ha detto il sacerdote Ismael
Moreno, direttore di Radio Progreso.
"A questa gente non interessa il dialogo, nè il
consenso, ma solamente controllare il paese. Chi si oppone viene bollato come
nemico. Ma questo non ferma la gente, che continua a ribellarsi a questa
dittatura", ha aggiunto Moreno.
Giorgio Trucchi
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