T-TIP (PARTENARIATO TRANSATLANTICO PER IL
COMMERCIO E GLI INVESTIMENTI)
In questa
campagna elettorale per il Parlamento Europeo, riteniamo estremamente importante
un serio dibattito, non solo in Italia, ma in tutti i 28 paesi della UE, sul
Trattato di libero scambio fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, noto come
Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli
Investimenti (T-TIP).
Le trattative
iniziate in tutta segretezza lo scorso luglio, a Washington, sono condotte da un
pugno di esperti della Commissione Europea e dal Ministero del Commercio USA. A
dicembre, sempre a Washington, c’è stato il terzo ‘round’ di negoziati.
Nonostante la maretta dopo lo scandalo Datagate, i negoziati sembrano procedere
a gran velocità: a marzo si terrà a Bruxelles il quarto round di negoziati.
Questo
Trattato creerà la più grande area mondiale di libero scambio fra due economie
che rappresentano metà del PIL mondiale e un terzo dei flussi commerciali. Tutto
questo con grande esultanza del mondo degli affari. “Il Trattato più importante
del mondo”-ha sentenziato ‘Il Sole 24 ore’ (26 ottobre 2013). Ma perché tanta
euforia? Secondo il Commissario al Commercio UE, Karel de Gucht, il Trattato
offrirà all’Europa due milioni di posti di lavoro in più, 119 miliardi di euro
di PIL, che equivale a 545 euro in più all’anno per ogni famiglia. Per di più,
ci sarà un incremento del 28% delle vendite di prodotti europei negli Stati
Uniti e dell’1% del PIL. Sono molti a contestare la veridicità di questi dati ,
e a ridimensionarli. Ma ben pochi si chiedono quali saranno le conseguenze per
l’Unione Europea.
“Il
Trattato-scrive Monica De Sisto - punta ad abbattere non tanto le tasse doganali
tra UE e USA già basse, ma le cosidette Barriere Non Tariffarie cioè i divieti
di importazione e di tasse specifiche che, anche grazie alle grandi battaglie
contro la carne agli ormoni, il pollo lavato con il cloro, gli ftalati nei
giocattoli, i residui dei pesticidi nel cibo, gli OGM e così via, tengono
lontane dal nostro mercato i prodotti non sicuri, tossici.”
Infatti con il
T-TIP cadranno le tasse e le tariffe che hanno tenuto lontano questi prodotti
.
Il T-TIP avrà
pesanti conseguenze sull’ambiente, lavoro e la stessa nostra
democrazia. A livello ambientale, il Trattato incrementerà
l’esportazione di combustibili fossili e gas estratti con il ‘fracking’ e
permetterà alle multinazionali del petrolio di portare in tribunale i governi
nazionali che introducessero regolamentazioni restrittive al riguardo, ma di
fare anche ricorso contro legislazioni ambientali nazionali. Con la crisi
ecologica in atto, tutto questo avrà conseguenze devastanti.
Il Trattato
avrà pesanti ricadute anche sul mondo del lavoro, aggirando le norme del
diritto al lavoro e svuotando le normative per la protezione dei lavoratori. Ma
sarà soprattutto la nostra stessa democrazia, già così debole, ad uscirne
azzoppata. Il T-TIP è infatti un negoziato stipulato in totale segretezza senza
la partecipazione attiva dei cittadini. (Né il Parlamento Europeo né il
Congresso USA sono a conoscenza dei negoziati). E’ un vero e proprio colpo di
Stato da parte dei poteri economico-finanziari che oggi governano il Pianeta. E’
la vittoria delle lobby
(multinazionali e banche) che hanno a Bruxelles quindicimila agenti e
tredicimila a Washington, stipendiati a fare pressione sulle istituzioni. “E’ un
progetto politico-ha scritto Stefano Rodotà-ad asservire ancor più i lavoratori
ai piani delle corporations, privatizzare il sistema sanitario e sopraffare
qualsiasi autorità nazionale che volesse ostacolare il loro modo di agire.”
Il T-TIP
guarda anche lontano, alla leadership mondiale. “Il Trattato potrebbe veicolare
la strategia delle élites private della UE e USA- ha scritto Kim Bizzarri
nell’opuscolo “T-TIP, un Trattato dell’Altro Mondo” – per condizionare le
economie emergenti come i BRICS e i Paesi dell’ASEAN e per conquistare la
leadership internazionale su un ordine mondiale in cambiamento che minaccia
l’egemonia USA e UE, ma anche per forzare il Sud del mondo verso un tipo di
sviluppo dettato dagli interessi UE e USA.”
Come cittadini
non possiamo accettare un tale MOSTRO economico-finanziario che sarà pagato caro
da miliardi di esseri umani, costretti a vivere tirando la cinghia. Per questo
il T-TIP deve diventare soggetto di pubblico dibattito nelle prossime elezioni
del Parlamento europeo, che si terranno a maggio. Lo stesso lo abbiamo chiesto per l’Accordo di
Partenariato Economico(EPA), che la UE vuole imporre ai paesi impoveriti(Africa,
Caraibi e Pacifico-ACP).( Per firmare l’appello :Fermate gli EPA www.ildialogo.org)
Quando la
finiremo con questi FTA(Accordi di libero commercio) che fioriscono ovunque, dal
NAFTA al CAFTA?Espressioni evidenti del
trionfo del mercato e delle sue leggi ,che permettono a pochi di ammassare enormi ricchezze a spese
dei molti:gli 85 uomini più ricchi al mondo hanno l’equivalente di tre miliardi
e mezzo dei più poveri. “Tale squilbrio-ha scritto Papa Francesco- procede da
ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione
finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli incaricati di vigilare
per la tutela del bene comune”!
E per di più,
la più grande area di libero scambio al mondo, creata dal T-TIP, sarà difesa da
un apparato militare( la NATO e gli USA), che ingoierà buona parte dei 1700
miliardi di dollari che spendiamo per armi ogni anno nel mondo.Le armi servono a
difendere il 20% del mondo ricco che si pappa il 90% dei beni
prodotti.
Solo una vasta
protesta di massa in tutta Europa potrà sgominare questo nuovo Trattato. Nel
1998, con una grande protesta,noi europei siamo riusciti a sconfiggere il
MAI(Accordo Multilaterale sugli Investimenti) che è quasi la copia del T-TIP.
Abbiamo vinto dicendo MAI al MAI! Possiamo fare altrettanto con il
T-TIP.
Chiediamo a
tutti,credenti e non, di aderire a questa importante campagna per fermare un
Trattato Intrattabile(per maggiori informazioni in campo europeo, vedi http://www.s2bnetwork.org; per
informazioni alla campagna italiana STOP T-TIP, vedi
stop-ttip@googlegroups.com)
Ma chiediamo
soprattutto alle chiese, alle comunità cristiane, all’associazionismo di
ispirazione cristiana, di mobilitarsi contro la più grande ‘Statua Imperiale’
mai eretta, convinti che un ‘sassolino’ la può far crollare(Daniele,3). Diamoci
da fare perché questo avvenga!
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