Il diritto degli omosessuali a vivere serenamente, pubblicamente, la
dimensione affettiva riguarda una minoranza trascurabile della società?
Tra le statistiche ufficiali e le percentuali reali c'è sicuramente uno
scarto. E i numeri, nelle questioni di civiltà, non sono decisivi. Anche
se si trattasse di meno del 5 per cento della popolazione, sarebbe
ugualmente importante l'impegno generale a salvaguardare la salute
mentale, la dignità sociale e la qualità della vita di queste
concittadine e di questi concittadini. Senza contare che l'omofobia è
l'anticamera della misoginia o forse il rovescio della stessa medaglia.
Palermo è da anni all'avanguardia su questo fronte ed è sede di un festival annuale, Sicilia Queer Filmfest,
che raduna artisti e intellettuali a vario titolo impegnati nella
difficile battaglia civile. A fine ottobre ha avuto luogo un importante
appuntamento, per così dire interlocutorio, fra l'ultima edizione del
festival e la prossima. Al cinema De Seta dei Cantieri culturali della
Zisa, aperto per l'occasione, è stato proiettato il docufilm Taking a chance on God (Scommetti su Dio, Usa 2012).
La singolarità dell'iniziativa (sottolineata dalla partecipazione al dibattito, dopo la proiezione, del regista Brendan Fay e di don Franco Barbero, della comunità di base di Pinerolo) sta nel tema del filmato: la vita del gesuita statunitense John McNeill. Sacerdote e teologo cattolico gay, pioniere per i diritti civili delle persone omosessuali nella società e nelle chiese e autore di opere rivoluzionarie di spiritualità per le persone omosessuali, impegnato nell'aiuto della comunità gay durante la crisi dell'Aids degli anni 80, rifiutò di essere messo a tacere sui temi dell'omosessualità dall'allora cardinale Ratzinger e perciò venne espulso dall'ordine dei Gesuiti. L'evento palermitano è stato replicato nei giorni seguenti a Catania.
La singolarità dell'iniziativa (sottolineata dalla partecipazione al dibattito, dopo la proiezione, del regista Brendan Fay e di don Franco Barbero, della comunità di base di Pinerolo) sta nel tema del filmato: la vita del gesuita statunitense John McNeill. Sacerdote e teologo cattolico gay, pioniere per i diritti civili delle persone omosessuali nella società e nelle chiese e autore di opere rivoluzionarie di spiritualità per le persone omosessuali, impegnato nell'aiuto della comunità gay durante la crisi dell'Aids degli anni 80, rifiutò di essere messo a tacere sui temi dell'omosessualità dall'allora cardinale Ratzinger e perciò venne espulso dall'ordine dei Gesuiti. L'evento palermitano è stato replicato nei giorni seguenti a Catania.
Il riferimento alla teologia cattolica e alle posizioni ufficiali
della chiesa non è certo casuale. Sappiamo quanta influenza abbiano le
indicazioni etiche delle gerarchie ecclesiastiche nell'opinione
pubblica, soprattutto quando non si tratta di rispettarle in prima
persona, quanto di strumentalizzarle per stigmatizzare i comportamenti
altrui. Non è un caso che il siciliano Alfredo Ormando, nel 1998, si sia
lasciato bruciare vivo in piazza San Pietro in segno di protesta contro
l'insegnamento vaticano (spesso smentito dalle abitudini sessuali di
tanti preti e frati) che, come scrisse egli stesso a un amico,
«demonizza l'omosessualità, demonizzando nel contempo la natura, perché
l'omosessualità è sua figlia». Né è un caso che proprio a Palermo sia
attiva da anni un'associazione (Ali d'aquila) che raccoglie
omosessuali credenti desiderosi di sensibilizzare le comunità cristiane.
Non molti i preti che hanno mostrato intelligente e fattiva
solidarietà: tra questi don Cosimo Scordato, rettore di San Saverio, e
don Franco Romano, parroco di San Gabriele. Più elastico l'atteggiamento
di alcune chiese protestanti, come la valdese, in cui la prima
benedizione in Italia di un matrimonio fra donne è stata celebrata a
Trapani, dal giovane pastore Alessandro Esposito, poiché la maggioranza
dei fedeli che frequentano le due comunità palermitane avevano espresso
parere sfavorevole.
Il cammino che resta da percorrere non è né breve né privo di
insidie. Sul piano teologico è facile dimostrare che la Bibbia non ha
delle indicazioni vincolanti in ambito sessuale, ma questioni del genere
vengono di solito affrontate più con la pancia che con la testa. E, a
livello viscerale, si preferisce conservare alcuni pregiudizi culturali,
rafforzati dalla medicina tradizionale e dalla stessa psicoanalisi
freudiana, che rivedere i propri parametri di giudizio. Soprattutto per
due ragioni. La prima riguarda il fondamento etico di ogni relazione
sessuale, l'amore vissuto come riconoscimento reciproco e impegno per la
gioia del partner: se questo criterio diventasse qualificante, quante
relazioni eterosessuali rivelerebbero inconsistenza e ipocrisia? La
seconda ragione riguarda la diversità statistica della persona omofila:
come ogni altra "diversità" inquieta, mette in crisi la confortante
certezza di essere "normali" ed esonera dalla fatica di aprirsi alla
varietà della natura e della storia.
Sia chiaro che non è necessario abbracciare nessuna esaltazione
retorica della opzione omo-affettiva né, tanto meno, farne una bandiera
di contestazione del sistema borghese. Su questioni del genere è del
tutto ovvio che si possano legittimamente coltivare idee, perplessità,
argomentazioni di segno opposto. Non opinabile è solo ciò che i padri
costituenti, fino a revisione della Carta, hanno sancito solennemente,
tranciando alla radice ogni forma di fanatismo ideologico e di
bigottismo pratico: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di
lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali».
Augusto Cavadi da Cronache laiche,
il quotidiano. Laico per vocazione
il quotidiano. Laico per vocazione
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