venerdì 31 marzo 2023

[IRAN] appello

Al segretario generale delle Nazioni Unite
Allo Special Rapporteur sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie
Al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ecosoc)
Al Parlamento europeo

Rivolgiamo
il nostro accorato appello a che si intervenga con estrema urgenza e con azioni concrete sulla tragedia dell’annientamento della libertà e dei diritti umani civili e politici in atto nella Repubblica islamica dell’Iran.

Lì, con feroce oscurantismo, anche in queste ore, si annientano i diritti fondamentali e il diritto delle donne a disporre della propria libertà e del proprio inviolabile corpo.

Dal 16 settembre larghi strati della popolazione iraniana stanno manifestando in ogni angolo del paese, con grande coraggio, al grido di “Donne, Vita, Libertà”, il loro dolore, la loro rabbia, il loro orgoglio; manifestano in maniera del tutto pacifica contro la violenza di un regime responsabile della morte della giovane ventiduenne iraniana Mahsa Amini, massacrata di botte dalla “Gasht-e Ershad”, la cosiddetta “polizia morale” di Tehran dopo essere stata arrestata per aver osato mostrare una ciocca dei propri capelli.

Sono già centinaia le vittime colpite dalla feroce repressione in corso dal 16 settembre e migliaia sono gli arresti di donne e uomini poi sottoposti a detenzioni arbitrarie e a torture per aver manifestato contro l’obbligo per le donne di indossare l’hijab come prescritto dalle oscure leggi islamiche vigenti.

Secondo l’Iran Human Rights con sede a Oslo, almeno 76 persone (purtroppo il dato è in continuo aggiornamento, NdR) sono state uccise da colpi d’arma da fuoco delle forze di sicurezza iraniane.

L’hijab è lo strumento che il regime usa per controllare e sottomettere le donne e, nel contempo, l’insieme della società iraniana.

Poco dopo la sua elezione, il presidente dell’Iran, Ibrahim Raisi, il 15 agosto 2022, ha firmato un decreto imponendo una nuova serie di restrizioni ai costumi delle donne, l’osservanza delle quali è controllata da telecamere di videosorveglianza installate in ogni angolo delle strade delle principali città iraniane. Le trasgressioni vengono punite con pesanti sanzioni e pene detentive.

Condannare e colpire con durezza e intransigenza la barbarie di questo regime che da un antro buio della storia pretende di oscurare la civiltà umana, con la sua espressione e valorizzazione suprema del diritto naturale storicamente acquisito di ciascun individuo alla libertà e alla democrazia, significa salvaguardare quella stessa civiltà in Europa e in tutto il mondo.

Significa dunque salvare la suprema espressione della vita umana, quella autenticamente religiosa che aborrisce ogni forma di violenza nel segno, appunto, nella nonviolenza, dell’amore e del dialogo.

Per questi motivi

Chiediamo che ognuno dei soggetti in indirizzo intervenga, per quanto di propria competenza, presso il Governo iraniano per porre fine alla repressione in atto e per sanzionare i responsabili di questi odiosi crimini.

In difetto di risposta positiva entro un termine congruo, si invita la comunità internazionale a considerare complici dei responsabili anche i decisori politici iraniani che si dimostrano incapaci o non desiderosi di impedire le violenze.



PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO
Clicca qui (Partito Radicale)

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