Come anticipato ieri da diverse Ong, l'avvocatessa iraniana per i diritti umani Nasrin Sotoudeh è tornata in prigione meno di un mese dopo il suo rilascio temporaneo. Deve scontare una pena di 12 anni di carcere. A confermarlo è stato suo marito Reza Khandan: "Nasrin è tornata in prigione", ha detto.
Sotoudeh, 57 anni e vincitrice del premio Sakharov del Parlamento europeo, era stato rilasciata il 7 novembre dopo aver ottenuto un congedo temporaneo ed essere risultata positiva al Covid-19.
L'avvocatessa e attivista è in carcere dal 2018 per aver difeso una donna arrestata per le proteste contro l'obbligo per le donne iraniane di indossare l’hijab.
All'epoca era stata condannata a cinque anni di carcere in contumacia per spionaggio, ma nel 2019 è stata le sono stati inflitti 12 anni di carcere "per aver incoraggiato la corruzione e la dissolutezza”.
Secondo suo marito, la salute di Sotoudeh si è gravemente compromessa durante la detenzione e a settembre l’attivista ha terminato uno sciopero della fame di 45 giorni che aveva cominciato per chiedere il rilascio dei prigionieri a causa della diffusione della pandemia di coronavirus nelle carceri.
Le "autorità giudiziarie hanno insistito perché tornasse oggi" in prigione, ha detto suo marito. L'avvocatessa è risultata positiva al Covid-19 pochi giorni dopo il suo rilascio temporaneo, ha detto Khandan.
Il mese scorso, l'Iran ha registrato quasi 49 mila decessi per coronavirus e oltre 989 mila casi. La Repubblica islamica è il paese più colpito del Medio Oriente. Da marzo a più di 100 mila detenuti è stata concessa una liberazione temporanea per limitare la diffusione della malattia nelle carceri, molti però sono poi tornati in prigione.
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