sabato 12 settembre 2020

[IRAN] nessuna pietà per Navid

Questa mattina Navid Afkari, 27enne campione iraniano di lotta greco-romana, è stato impiccato nella città di Shiraz. Lo scrive il sito della televisione di Stato, che cita il procuratore generale della provincia di Fars, Karem Mousavi.

La sentenza di "qesas", cioè la "legge di ritorsione", una condanna di "punizione", è stata eseguita questa mattina nel carcere della città natia di Afkari. Afkari era stato arrestato con due suoi fratelli, dopo brevi e farraginose indagini, il 17 settembre 2018 dalle autorità iraniane per aver partecipato alle manifestazioni contro il governo nell’agosto dello stesso anno. Accusato di aver ucciso un agente in servizio a Shiraz e di aver fomentanto le proteste, Afkari si era dichiarato più volte innocente. 

Il verdetto è stato emesso sulla base di confessioni arrivate da testimoni che – secondo il suo legale – erano stati sottoposti a torture. La condanna è stata eseguita anche se la famiglia di Hassan Torkman, accoltellato durante i disordini, aveva accettato di perdonare il lottatore (la sentenza però riporta in modo contraddittorio che l'esecuzione è avvenuta anche per la richiesta dei parenti di avere giustizia) e nonostante la pressione internazionale esercitata: oltre 85mila atleti mondiali hanno chiesto la scarcerazione dell'uomo, che aveva denunciato di essere stato torturato in carcere. Human Rights Watch e Amnesty International ma anche il Comitato Olimpico Internazionale e alcuni campioni di wrestling mondiali avevano lanciato appelli accorati. Lo stesso presidente degli Stati Uniti Donald Trump, via twitter, aveva chiesto di risparmiare la vita a #NavidAfkari.

Stamane il tragico epilogo.
I fratelli di Navid, Vahid e Habib, sono a loro volta stati condannati rispettivamente a 54 anni di carcere e 74 frustate, e a 27 anni di carcere e 74 frustate.


 

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