COSI’ VENNE DECISA LA MORTE DEI GESUITI
Dall’ordine di ucciderli all’esecuzione del massacro nell’Università centroamericana di San Salvador
Dall’ordine di ucciderli all’esecuzione del massacro nell’Università centroamericana di San Salvador
Nel settembre del 2012 un colonnello dell’esercito di El
Salvador, Inocente Orlando Montano, si dichiarò colpevole di sei
imputazioni di frode migratoria e falsa testimonianza in un tribunale
federale degli Stati Uniti a Boston, Massachusetts. La questione legale
era che Montano aveva falsificato i suoi formulari di immigrazione
all’entrare negli Stati Uniti, ben sapendo che, se avesse menzionato la
sua condizione di ex-militare in El Salvador, l’ingresso agli Stati
Uniti gli sarebbe stato rifiutato. Per questo motivo, il processo contro
di lui si è mosso, in gran misura, intorno alla sua carriera militare
in El Salvador e il suo ruolo negli abusi contro i diritti umani, in
particolare l’ordine di uccidere i gesuiti. Il pubblico ministero
raccolse numerose dichiarazioni sulla carriera di Montano, tra cui
l’estesa relazione della “testimone esperta”, la professoressa Karl.
Quello che segue è un estratto della parte centrale della relazione
intitolata “Il Colonnello Montano e l’ordine di uccidere.
Testimonianza della Dottoressa Terry Karl *
Il Colonnello Montano formava parte del piccolo nucleo dell’elite di
ufficiali, uno dei quali dette l’ordine di “uccidere Ellacuría e non
lasciare testimoni”, il 15 novembre 1989. Ma, già prima che l’alto
mandatario desse quest’ordine ufficiale, si stavano esercitando
pressioni per realizzare questo e altri assassinii. Il numero di persone
al di fuori delle istallazioni dello Stato Maggiore che in qualche modo
sapevano in anticipo che i gesuiti sarebbero stati assassinati, ancor
prima che si desse l’ordine di farlo, indica che la pianificazione della
loro morte era già stata avviata. Secondo relazioni dell’Ambasciata
degli Stati Uniti, la CIA e ufficiali salvadoregni, si tenne un altro
incontro nella Scuola Militare alle ore 2:00 p.m., in cui si presero
decisioni importanti. Successivamente, si svolsero riunioni più ridotte
tra gli ufficiali di grado superiore e all’interno del circolo della
“Tandona”, tra cui il viceministro Montano. Queste riunioni proseguirono
per tutto il pomeriggio e la sera per mettere a punto piani di
attentati, attacchi a leaders politici, e una azione contro i gesuiti
dell’Università Cattolica. I piani prevedevano anche la predisposizione
di un cerchio di forze di sicurezza tutt’intorno all’Università
Cattolica.
Durante le ultime ore del 15 novembre, in una riunione generale, il
capo dello Stato Maggiore, Ponce (il leader riconosciuto della “Tandona”
che era noto per consultare il suo circolo più intimo) autorizzò
l’eliminazione di responsabili, sindacalisti e dirigenti conosciuti del
FMLN. Più tardi, come riferiscono i giuristi della Commisione della
Verità in una relazione basata sulle loro interviste confidenziali con i
testimoni: “Dopo la riunione, gli ufficiali restarono nella stanza
parlando in gruppi. Uno di questi gruppi era formato dal Colonnello René
Emilio Ponce, il Generale Juan Rafael Bustillo, il Colonnello Francisco
Elena Fuentes, il Colonnello Juan Orlando Zepeda e il Colonnello
Inocente Orlando Montano. Il Colonnello Ponce chiamò il Colonnello
Guillermo Alfredo Benavides e, davanti agli altri quattro ufficiali, gli
ordinò di eliminare il Padre Ellacuría senza lasciare testimoni”.
Secondo confessioni posteriori rese da soldati accusati degli
assassinii, il colonnello Benavides uscì da questa riunione nello Stato
Maggiore e informò gli ufficiali dell’Accademia Militare che gli era
stato dato il seguente ordine: “Lui [Ellacuría] deve essere eliminato e
non voglio testimoni”.
Tutta l’operazione durò all’incirca un’ora. L’unità dei commandos del
battaglione Atlacatl fece il viaggio di cinque minuti dalla base
militare all’Università Cattolica, senza fare nessuno sforzo per
nascondere la loro manovra in una zona pattugliata da decine di altre
truppe militari e con tutt’intorno un cerchio di forze di sicurezza. Il
Padre Martín-Baró aprì la porta della residenza, lasciando
volontariamente che entrassero i soldati. Dopo aver ordinato a cinque
sacerdoti che si stendessero supini su un piccolo dosso erboso, due
soldati spararono loro, uno dopo l’altro. A pochi metri di distanza, un
altro soldato uccise Elba Ramos, che abbracciava sua figlia Celina. Il
tenente José Ricardo Espinoza Guerra, l’unico soldato che si era
ricoperto il volto con un unguento per mimetizzarsi, confessò più tardi
che uscì dal campus universitario in lacrime: il Padre Segundo Montes,
che ora giaceva a terra morto, era stato il rettore quando lui era
studente nel Collegio San José. Un altro degli autori materiali ricordò
che i religiosi non sembravano pericolosi, dato che erano “piuttosto
vecchi, senza armi” e “in pigiama”. Riferì che però il suo colonnello
gli aveva detto che i sacerdote erano “delinquenti terroristi”, e che
“quello che importava erano i loro cervelli”. Tutti i corpi furono
incontrati con colpi di armi da fuoco alla testa. Un sesto sacerdote
morì mentre chiedeva che gli salvassero la vita mentre i soldati
realizzavano uno scontro fittizio per cercare di incolpare il FMLN.
*Estratto dell’Allegato 1, la perizia della Professoressa Terry Lynn Karl, dell’Università di Stanford, sul caso di Inocente Orlando Montano, 31 dicembre 2012, Caso 1:12 -cr – 10044 – DPW, Documento 53-1, Archiviato 01/08/13.
Traduzione di Francesca Casaliggi