Un terrorista
chiamato “El Panzón”
Chi
è Francisco Chávez Abarca, il braccio destro di Posada Carriles
I servizi di sicurezza venezuelani
sono riusciti a mettere le mani sul terrorista salvadoregno Francisco Chávez Abarca, considerato il braccio destro
di Luis Antonio Posada Carriles - l’ex agente della CIA attualmente in attesa
di giudizio negli Usa per violazione della legge sull’immigrazione -, responsabile
dagli anni ’70 di una serie di attentati contro Cuba e di altre “operazioni
eversive” compiute in vari paesi del subcontinente.
Chavéz
Abarca, meglio conosciuto con il nomignolo di “El Panzón", stava tentando
di entrare in Venezuela munito di credenziali e passaporto falsi. Le intenzioni
del criminale salvadoregno sono ancora sconosciute, ed è probabile che neppure
gli interrogatori del Sebin (il servizio di intelligence bolivariano), o
dell’Interpol, porteranno a qualche confessione.
Cosa
è andato a fare El Panzón in
Venezuela? Che tipo di incarico o di missione è stato chiamato a svolgere nel
paese bolivariano? E per conto di chi? Per il momento il quadro della
situazione è ancora oscuro; sono invece ben conosciute le attività criminali a
cui si è fin qui dedicato il personaggio in questione.
Se
si scorre il curriculum vitae di
Francisco Chávez Abarca, la sequenza dei crimini da lui commessi è davvero
impressionante: si va dal traffico di droga agli attentati dinamitardi,
passando per le truffe e il furto di automobili. Per quest’ultimo reato il
nostro uomo ha già scontato due anni di prigione in Salvador, insieme ad altri
21 membri della banda specializzata in “robo de carros”; secondo la
magistratura salvadoregna si trattava di “una delle principali organizzazioni
criminali a livello centroamericano, specializzata nel furto e nella rivendita
di autoveicoli”.
Nel
corso degli anni ’90, El Panzón fu
pure implicato in altre attività illecite come il narcotraffico, la vendita di
armi e il riciclaggio di denaro sporco, operando questa volta in Guatemala.
Nonostante
questi ed altri precedenti penali, nell’ottobre del 2007 un giudice
salvadoregno decise a sorpresa la scarcerazione di Chavéz Abarca, senza che il
detenuto fosse mai stato chiamato a rispondere davanti alla giustizia dei suoi
delitti più gravi, quelli legati al terrorismo internazionale.
Alla
fine degli anni 80’,
quando El Panzón si mise a servizio dell’agente
segreto della CIA Posada Carriles, quest’ultimo era impegnato ad organizzare il
traffico illegale di armi per i “Contras”, i mercenari addestrati dagli Usa ed
utilizzati nella guerra “sporca” e mai dichiarata contro il Nicaragua
sandinista.
Per
tutti gli anni ‘90, utilizzando diversi pseudonimi, il criminale salvadoregno
si rese utile all’organizzazione clandestina di Posada, svolgendo un’infinità
di “missioni” tra El Salvador, Honduras, Guatemala e Nicaragua, soprattutto
come reclutatore di uomini adatti a compiere attentati o sabotaggi. Come nel
caso della campagna terroristica del 1997 contro Cuba, concepita dalla
Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) - un ente socio/culturale di “copertura”
utilizzato dalla CIA in funzione anticastrista - e diretta personalmente da
Posada dal suo quartier generale situato in un rifugio segreto a San Salvador.
Chavéz
Abarca ricevette l’incarico da Posada Carriles di selezionare dei mercenari
e di addestrarli all’uso di esplosivi per compiere attentati dinamitardi sul
suolo cubano. Alla fine, fu scelto Ernesto Cruz León, un salvadoregno “degno di
fiducia”, per collocare le bombe in alcune strutture alberghiere de L’Avana.
Il
primo ordigno, confezionato con 600 grammi di esplosivo C-4, esplose nella
discoteca Aché dell’Hotel Meliá Cohíba, il 12 aprile del 1997, causando
soltanto danni materiali. Il 30 aprile venne disinnescato un altro ordigno (di 400 grammi di C-4)
nascosto in un vaso nel corridoio del 15° piano dello stesso albergo. Qualche
giorno più tardi, mentre El Panzón si
trovava in Messico, un’altra bomba fu fatta detonare. In quell’occasione l’obiettivo
scelto erano gli uffici della compagnia cubana Cubanacán che opera a Città del
Messico.
Infine, una quarta bomba fu
collocata nell’atrio dell’Hotel Copacabana, sempre a L’Avana e sempre dagli
stessi attentatori. Esplose il 4 settembre 1997, provocando la morte del
giovane imprenditore italiano Fabio Di Celmo.
Chávez
Abarca, El Panzón, sarà presto estradato a Cuba dove verrà giudicato per terrorismo,
al contrario del suo “principale” Posada Carriles che, alla veneranda
età di 84 anni, può ancora godersi il suo “esilio dorato” negli Stati Uniti, in
attesa di un giudizio che - probabilmente - non arriverà mai.
Andrea Necciai
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