giovedì 19 aprile 2018

[Iran] Paradosso

Tra tutte gli elementi che ci sono nella lingua, in letteratura e in generale, io amo di più il paradosso. Forse perché ci vivo dentro.


Questo è il muro della redazione del giornale BiGhanoon dove lavoravo. Il proprietario del palazzo ha deciso che il giornale porta troppi guiai e vuole costruire un appartamento nuovo e darlo in affitto a un gruppo di avvocati e medici.
Mentre io non c'ero, i miei colleghi hanno traslocato, prima del nuovo anno, e ora sono in un altro posto, per fortuna più vicino a me, anche se non posso più lavorare con loro (e con nessuno). Paradosso.

Prima di traslocare, però, hanno deciso di scrivere una mia frase sul muro, per ricordarmi, perché non c'ero al tempo del trasloco.
Il muro verrà giù tra un po'; e comunque leggerla lì, vederla, mi riempie di gioia e di tanto dolore. Paradosso.

Fisso il muro; tanti ricordi belli e brutti.
Amo e odio la mia terra.
Paradosso.

E capisco. Non vivo in un grande paradosso.
Sono io il paradosso.


ایستادم. نیامدی. حالا گنجشک ها در من لانه کرده اند.
(rimasi in piedi. Tu non arrivasti. Ora in me gli uccellini hanno fatto nido)

Jass.