La
controversa figura del Presidente venezuelano
Il
mese scorso, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez,
ha ottenuto l’ennesima vittoria politica incassando il “Sì” nel referendum sulla
modifica di alcuni articoli della Costituzione. L’esito di questo referendum
“approvatorio” ha sancito definitivamente il diritto di ogni cittadino del
Venezuela di potersi candidare più volte, senza limiti di mandato.
Per
i media internazionali e per l’opposizione venezuelana - che dipingono Chavez come
un rozzo dittatore, un “caudillo” demagogico e populista, ricorrendo spesso alle
ingiurie e agli insulti come singolare forma di critica - si tratta
semplicemente dell’ennesimo abuso per permettere al mandatario venezuelano di
perpetuarsi al potere.
Critiche
e polemiche a parte, Chávez gode oggi di grande popolarità ed è amatissimo nel
suo Paese (senza dubbio dalla grande maggioranza dei venezuelani, che approvano
il suo operato e che lo votano). Per tentare di far luce su questa apparente
contraddizione, e per meglio conoscere le differenze tra il Venezuela di oggi
(bolivariano e chavista) e quello di ieri (pre-chavista), raccomandiamo la
lettura del seguente articolo di Attilio Folliero.
Andrea Necciai
Venezuela:
vittoria popolare di Hugo Chávez
Il voto in
Venezuela nell'analisi del politologo italiano residente a Caracas, Attilio
Folliero. (Fonte: www.lapatriagrande.net)
La Costituzione della Repubblica
Bolivariana del Venezuela del 1999 prevedeva per qualsiasi carica di natura
elettiva un limite di due mandati consecutivi. Il Parlamento venezuelano ha
modificato gli articoli che contemplavano le elezioni del Presidente della
Repubblica, dei Deputati, dei Governatori, dei Sindaci, dei Consiglieri
regionali e locali, ossia di tutte le cariche elettive. La modifica introdotta
dal Parlamento riguarda l'eliminazione del limite di due mandati consecutivi,
ossia d'ora in avanti qualsiasi cittadino venezuelano può candidarsi ad una
carica elettiva tutte le volte che lo desidera. Trattandosi di modifica
costituzionale, la stessa costituzione contempla oltre l'approvazione a
maggioranza da parte del Parlamento in due sedute differenti, anche un
referendum approvatorio. Oggi il popolo venezuelano ha approvato
definitivamente queste modifiche.
Il
referendum assumeva particolare importanza per la carica della Presidenza della
Repubblica, occupata attualmente da Hugo Chávez Frias. Hugo Chávez è al suo secondo
mandato consecutivo e pertanto, in base alle norme precedenti non avrebbe più
potuto candidarsi. Questa modifica introdotta dal Parlamento ed approvata dal
referendum popolare di oggi, apre a Chávez la possibilità di potersi candidare
anche la prossima volta.
L'opposizione
e la stampa internazionale hanno tentato di manipolare l'opinione pubblica
nazionale ed internazionale parlando di referendum che consentiva l'elezione
indefinita di Chavez. A titolo di esempio di informazione falsa, tendenziosa e
manipolata, citiamo alcuni articoli circolati negli organi italiani: l'Agenzia
ASCA "Venezuela: domani referendum su rielezione illimitata Chavez";
Il Sole 24 Ore "Venezuela, referendum su Chavez presidente a vita";
Il Giornale "Il Venezuela vota su Chavez dittatore a vita"; anche
siti di sinistra, come Megachip, riportano articoli del tono "Venezuela:
voto costituzione, Chavez punta a perpetuarsi". Niente di più falso: il
referendum non era affatto per consentire la rielezione indefinita di Chávez,
ma per introdurre le modifiche alla Costituzione, di cui sopra.
Questo
il quesito del referendum: "Lei
approva l'emendamento degli articoli 160, 162, 174, 192 e 230 della
Costituzione della Repubblica, adottati dall'Assemblea Nazionale, che accresce
i diritti politici del popolo, con il fine di permettere a qualsiasi cittadino
o cittadina in esercizio di una carica di elezione popolare, di potersi
postulare come candidato o candidata per la stessa carica, per il tempo
stabilito costituzionalmente, dipendendo la sua possibile elezione,
esclusivamente dal voto popolare?". Il quesito in spagnolo e tutta l’informazione
ufficiale inerente il referendum può consultarsi direttamente nel sito del
Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela. Per una comparazione dei 5
articoli emendati con quelli vigenti, si invita a consultare VTV. Bisogna anche
aggiungere, che il popolo ama così tanto questo presidente che non vi è alcun
dubbio che continuerà a votarlo ed eleggerlo tutte le volte che si presenterà
candidato.
Perchè
il popolo venezuelano, o comunque la maggioranza, ama tanto questo presidente?
Prima
dell'avvento di Chávez questo paese era profondamente diverso: una minoranza
dominava e controllava le ingenti ricchezze, a partire dalla più importante, il
petrolio. La stragrande maggioranza del popolo, l'80% circa, viveva nella più
completa miseria e nella totale esclusione. La stragrande maggioranza del
popolo non esisteva, non contava assolutamente niente; era esclusa da tutto,
perfino era esclusa dal diritto di sognare un futuro migliore. Non aveva
diritto alla salute; non aveva diritto ad un medico e gli ospedali pubblici
erano lasciati nel più completo abbandono e servivano solamente a far
guadagnare ingenti quantità di denaro per supposti investimenti, che mai
venivano effettuati, alle imprese degli "amici" dei corrotti
governanti. Non aveva diritto all'istruzione ed alla educazione. Il Venezuela
era il paese dove i governanti, dittatori o presidenti eletti in elezioni
manipolate, dittatori di fatto dunque, chiudevano gran parte delle scuole
pubbliche, per favorire quelle private, in particolare quelle gestite dalla
gerarchia ecclesiastica cattolica, a cui era demandato il compito di formare i
figli delle classi dominati.
Il
Venezuela fu il paese dove nacque la figura dei desaparecidos, il paese dove i
governi "democraticamente eletti", durante la Quarta Repubblica,
eliminavano fisicamente gli avversari politici facendoli sparire e per impedire
qualsiasi riconoscimento, nel caso in cui il corpo venisse ritrovato, venivano
tagliate le mani; tra i membri dell'apparato repressivo (militari e polizia)
esisteva una sorta di gara a chi portava più mani tagliate ai poveretti di
turno che finivano nelle mani di torturatori ed assassini come Posada Carriles,
capo della polizia segreta venezuelana e terrorista riconosciuto e condannato
per l'attentato ad un aereo cubano che trasportava decine di atleti, che dopo
aver partecipato a gare sportive in Venezuela tornavano a Cuba; Posada Carriles
è anche il responsabile di numerosi attentati a Cuba, in uno dei quali morì
anche un giovane italiano, Fabio di Celmo. Il Venezuela fu il paese, che primo
al mondo, sperimentò le misure del Fondo Monetario Internazionale, che
buttarono nella più totale disperazione e miseria un intero popolo.
Oggi
il popolo ha una serie di benefici, avuti a partire dalla presenza di Chávez al
governo, ma vent'anni fa, esattamente vent'anni fa, il 27 febbraio 1989, si
ebbe il caracazo. A causa del “pacchettazzo” neoliberale del Fondo Monetario
Internazionale il popolo per poter mangiare fu costretto a assalire i negozi;
in alternativa poteva scegliere di morire di fame, letteralmente parlando. La
reazione delle forze dell'ordine, diretta dal Ministro della Difesa,
l'italo-venezuelano Italo del Valle Allegri, fu durissima: sparava
all'impazzata contro il popolo che assaliva i negozi per mangiare! Nei
quartieri più popolari e poveri, El Valle per esempio, la repressione fu
condotta casa pér casa, ammazzando quanti incontrava. In meno di 48 ore ci
furono migliaia di morti e non è azzardato parlare anche di diecimila morti e
forse più; il numero dei morti effettivi non venne mai accertato; i cadaveri
furono ammassati in fosse comuni, che oggi stano venendo alla luce.
Quel
popolo non aveva nessun diritto, neppure il diritto di sognare il futuro. Poi
un 4 di febbraio del 1992 un gruppo di militari tentò di dare l'assalto al
palazzo presidenziale. Quei militari si erano ribellati perchè non riuscivano
più a sopportare l'idea di reprimere nel sangue il popolo. Quel gruppo era
capeggiato da uno sconosciuto tenente colonnello, tale Hugo Chávez., il quale
mentre veniva arrestato, intervistato dalla televisione, proferì questa frase:
"Il tentativo è fallito. Per adesso!" Quel Por Ahora entrò
nell'immaginario collettivo dell'intero popolo; quel Por Ahora significò
"Speranza" per un popolo che non aveva diritto a niente, neppure a
sognare un futuro.
Per
la prima volta qualcuno, un militare sconosciuto, parlava ed agiva in favore
del popolo degli esclusi. Il popolo incominciò subito ad amare lui ed i suoi
uomini che si erano ribellati al sistema. Un gran numero di militari ribelli si
erano rifugiati in un edificio nel quartiere di Catia, nei pressi del palazzo
presidenziale e Cecilia Laya, testimone oculare di quegli eventi, ci racconta
che dopo essersi resi conto che il tentativo di ribellione era fallito, questi
militari si arresero e vennero fatti uscire dall'edificio, uno alla volta, con
le mani in testa. Il popolo, accorso numeroso - racconta sempre Cecilia Laya -
applaudiva ognuno di questi militari che usciva dal portone dell'edifico e
venivano montato su un pulmino. Per la prima volta dei militari non erano visti
come l'apparato della repressione, ma amici del popolo.
Il
dopo è storia recente. Il presidente assassino, Carlos Andres Perez contro cui
era diretta la ribellione di Hugo Chavez e dei suoi uomini, venne deposto; un
presidente di transizione guidò il paese fino alle nuove elezioni. Un candidato
alla presidenza, tale Rafael Caldera, già ottuagenario ed importante esponente
dell'oligarchia, candidato praticamente in ogni elezione presidenziale nei
quarant'anni della Quarta Repubblica, riuscendone eletto una sola volta, nel
1968, nella sua campagna elettorale promise l'indulto ai militari ribelli, tra
cui Chávez. Il popolo votò in massa (si fa per dire, visto che l'astensione era
alta, con cifre che si avvicinavano attorno al 40%) per questo candidato che
prometteva di liberare Hugo Chávez. Una volta eletto, mantenne la promessa:
Hugo Chavez ed i militari ribelli ottennero l'indulto ed uscirono dal carcere
dopo aver scontato solamente due anni.
Chávez,
in questi due anni di carcere si era reso conto dell'affetto che nutriva per
lui il popolo. Decise, allora di tentare di cambiare il paese per la via
democratica presentandosi alle elezioni politiche. Fonda un movimento politico,
il Movimento Quinta Repubblica e nel 1998 si presenta alle elezioni presidenziali,
risultando eletto. Nella campagna elettorale promette di cambiare il paese, a
partire dalla Costituzione; ma soprattutto promette di governare per il popolo.
Lo stesso giorno dell'insediamento indice un referendum per chiedere il cambio
della costituzione. La stragrande maggioranza approva il referendum; si elegge
la costituente e si riscrive la costituzione. Nasce la Repubblica Bolivariana
del Venezuela, approvata con il 72% dei voti, il 15 dicembre 1999. Chávez, a
questo punto, essendo stato eletto con le norme contenute nella vecchia
costituzione decide di rimettere il mandato ed indice nuove elezioni
presidenziali in base alle nuove norme. Viene eletto con un numero maggiore di
voti. Inizia a questo punto la sua vera e propria opera di Governo.
All'epoca,
solamente 9 anni fa, l'economia venezuelana dipendeva esclusivamente dagli
ingressi petroliferi il cui prezzo però era a 7 dollari il barile e la OPEC, l'Organizzazione degli
Stati produttori di petrolio era praticamente in fase di smantellamento. La sua
intelligente azione è diretta sul piano interno a sottrarre il controllo
dell'impresa petrolifera alle oligarchie nazionali e internazionali che si
appropriavano di tutti gli introiti; sul piano internazionale è volta a ridare
importanza e voce alla OPEC. Congiuntamente ai governanti di Iran ed Iraq tenta
di portare la OPEC
fuori dal controllo degli USA, attraverso l'accettazione di nuove monete, oltre
il dollaro, per la commercializzazione del petrolio.
La
reazione dell'opposizione a queste politiche sfocia in un colpo di stato, l'11
aprile del 2002, di cui è accertata la partecipazione del governo USA (vedasi “Il
Codice Chavez” di Eva Golinger). Il golpe sembrava ben orchestrato e pienamente
riuscito; l'opposizione venezuelana ed il governo USA non avevano tenuto conto
di un elemento: l'amore del popolo per il suo presidente! La reazione del
popolo fu immediata e spontanea, al punto che nemmeno 48 ore dopo il golpe,
Chávez fece ritorno a Miraflores (il palazzo presidenziale).
Da
allora le sue politiche a favore del popolo si incrementano, anche grazie alla
totale disponibilità degli introiti petroliferi, il cui controllo era stato
definitivamente sottratto all'oligarchia. E' costretto a svolgere la sua azione
politica attraverso organi paralleli agli organi ufficiali dello stato, in
quanto ancora controllati dall'oligarchia. Nascono le Missioni, una sorta di
Ministeri paralleli per attendere le più urgenti necessità del popolo in
materia di sanità, educazione, abitazione, ecc...
Il
Venezuela, sempre più distante da Washington, punta tutto sull'integrazione
latinoamericana. Il suo prestigio internazionale si accresce e la rivoluzione
bolivariana di Hugo Chavez si estende ad altri paesi del continente: Bolivia,
Ecuador, Nicaragua, Honduras, Dominica, ma ha influenza anche in Brasile,
Argentina, Uruguay e Paraguay.
Lo
sviluppo economico del Venezuela in questi 6 anni (2003-2008) è continuo e
sostenuto, con tassi di crescita spesso a doppia cifra; l'inflazione che oggi
appare ancora alta al 30% circa, in realtà è letteralmente crollata, dato che
prima di Chavez viaggiava a tassi del 100% annuo ed oltre; la disoccupazione
ormai non esiste avendo ormai raggiunti i tassi fisiologici; la povertà estrema
è quasi sparita; così come è diminuita enormemente la mortalità infantile; il
salario minimo è il più alto dell'America Latina e puntualmente viene aumenta
ogni primo maggio, con tassi superiori al tasso di inflazione; i bambini di
strada che abbondavano in Venezuela prima di Chavez sono ormai spariti da tempo
ed esistono solo nella mente "malata" dell'opposizione. Il diritto
alla sanità ed il medico di famiglia è ormai una realtà consolidata; non ci
sono più fasce della popolazione escluse dal diritto alla salute ed alla
educazione. Tutti possono accedere gratuitamente ai più alti gradi dell'istruzione;
le università stanno nascendo come funghi, arrivando in tutte le province,
anche nelle più remote, spopolate ed emarginate (vedasi l'articolo
"L'Università arriva a Cocorote"). Il diritto alla casa è assicurato
grazie ad una politica dei mutui che consente di poter acquistare un
appartamento finanziato fino al 100%, anzi lo Stato concede perfino una parte a
fondo perduto; un'altra parte è finanziata con mutui agevolati (ad un terzo del
tasso ufficiale).
Grazie
alla nazionalizzazione dell'impresa telefonica nazionale (CANTV) ed al lancio
del primo satellite venezuelano, il Simon Bolivar, si è dato un forte impulso
alla diffusione di Internet, non solo in Venezuela, ma anche in tutta l'america
latina. Anche in questo caso a beneficiarsi è soprattutto il popolo, quello che
una volta era totalmente escluso.
E
l'acqua potabile e l'elettricità? L'acqua potabile e l'elettricità sono due dei
più importanti bisogni dell'uomo; prima dell'avvento di Chávez, grandi fasce
della popolazione erano private di questi due beni. Oggi il 98% ha l'acqua
potabile. Lo scrivente di questo articolo può testimoniare, senza timore di
essere smentito, che quando arriva a Caracas (anno 2002), spesso mancava
l'acqua e l'elettricità, tanto che fu costretto ad installare
nell'appartamento, la riserva dell'acqua. Oggi è solo un ricordo del passato,
sicuramente a Caracas. Anche la diffusione del gas diretto, prima riservata
esclusivamente alle classi ricche e medie di Caracas e delle grandi città, oggi
si sta diffondendo su tutto il territorio.
Prima
dell'avvento di Chavez la stragrande maggioranza del popolo era sottoalimentata
e non conosceva il consumo di carne ed altri prodotti di prima necessità
riservati esclusivamente alle classi ricche; il popolo venezuelano era abituato
a mangiare perrarina, il cibo per
cani (perros). Oggi il consumo di carne e di tutti gli altri beni di prima
necessità è assicurato a tutti.
Chi
visita il Venezuela può rendersi facilmente conto che i ristoranti, a qualsiasi
ora del giorno, sono sempre affollati; il venezuelano anche delle classi
popolari, può permettersi di andare al ristorante; non è più un lusso riservato
ai ricchi.
Le
grandi opere pubbliche hanno meravigliato il mondo intero: mentre in Italia si
discute del ponte di Messina da decenni, in Venezuela il secondo ponte sul
fiume Orinoco è stato costruito in due anni ed è un ponte di oltre 4.000 metri,
equivalente per grandezza al ponte di Messina; adesso si sta costruendo il
terzo ponte.
In
questi 6 anni (2003-2008) le linee metropolitane hanno raggiunto i 160 chilometri,
praticamente gli stessi chilometri dell'Italia e si stanno costruendo nuove
linee a Caracas ed in tutte le grandi città del Venezuela.
Quando
Chávez arriva al governo in Venezuela non esisteva nessuna linea ferroviaria:
oggi sono attive varie linee ed il progetto ferroviario nazionale punta a
costruire 10.000
chilometri di linea ferrea. Per non parlare della
compagnia aerea nazionale (Conviasa), privatizzata e smantellata dai governi
neoliberali, ha ripreso a volare con Chávez; l'aeroporto di Maiquetia, dopo i
lavori in corso, potrà ospitare 9 milioni di viaggiatori all'anno.
Una
delle opere più meritorie del Governo di Hugo Chavez è senza ombra di dubbio il
modernissimo Ospedale Cardiologico Infantile, destinato ad operare i neonati
con problemi al cuore. Inaugurato nel 2006 è diventato subito punto di
riferimento per tutta l'America Latina ed oggi è punto di riferimento a livello
mondiale, per essere uno degli ospedali con il più alto numero di trapianti al
mondo. Non solo: all'ospedale è stato annesso un alloggio per ospitare
gratuitamente i familiari dei piccoli operati, che arrivano dall'interno del
paese e da tutta l'America Latina. Il tutto, operazione ed alloggio dei
familiari, gratuitamente e coperto completamente dal denaro pubblico. Oggi si
sta realizzando anche il reparto cardiologico per adulti. Il Venezuela è indubbiamente
punto di riferimento nelle malattie cardio-vascolari.
Il
Venezuela in questi anni è cresciuto anche nel mondo dello sport e tutti, anche
le classi un tempo escluse, hanno finalmente la possibilità di poter accedere
alle più svariate discipline sportive. In questi anni ha organizzato
manifestazioni sportive di livello internazionale, perfino nel mondo del
calcio, come la Coppa
America ed il campionato sudamericano giovanile; entrambe le
manifestazioni sono state un successo organizzativo. La nazionale di calcio
giovanile è riuscita anche a qualificarsi al mondiale di categoria. Ma il successo
del Venezuela riguarda un po’ tutti gli sport.
Il
successo più grande di Hugo Chavez, di cui l'opposizione sembra non
accorgersene, è ovviamente sul piano economico in quanto è riuscito da un lato
a creare una economia che non dipende esclusivamente dal petrolio e dall'altro
ha sottratto il Venezuela all'influenza nordamericana. La crisi attualmente in
atto nel mondo, ovviamente influenza tutti i paesi, anche il Venezuela, ma in
maniera decisamente inferiore rispetto ad altri paesi. La crisi ad esempio ha
portato ad una forte riduzione del prezzo del petrolio; se l'economia
venezuelana fosse dipesa solamente dal petrolio oggi sarebbe in piena crisi.
Non solo non dipende interamente dal petrolio, ma la gestione oculata del
Governo Chávez ha permesso accumulare, per i prevedibili periodi di vacche
magre (in sostanza l'oggi), somme di denaro vicine ai 100.000 milioni dollari,
dei quali oltre 40.000 milioni di dollari in riserva internazionale (i due
terzi della riserva internazionale statunitense, con la differenza di avere una
popolazione che è pari solamente ad un decimo di quella USA) ed il restante in
numerosi altri fondi settoriali. Se la crisi - come sembra - dovesse inasprirsi
facendo ulteriormente scendere il prezzo del petrolio, il popolo venezuelano
non ne risentirà come gli altri popoli del mondo.
I
benefici dell'azione di governo di Chavez, ovviamente hanno riguardato anche le
classi ricche e oligarchiche. Sempre in virtù della crisi, tutte le borse del
mondo sono crollate, con le eccezioni delle borse dell'Iran e del Venezuela!.
Vedasi l'analisi riguardante la crisi del 2008; l'articolo in questione è un
po' datato, essendo stato scritto a novembre. In questi tre mesi le borse del
mondo sono continuate a scendere ed è scesa anche la borsa di Teheran. L'unica
borsa del mondo che non ha avuto grosse perdite è rimasta quella di Caracas.
Mentre tutte le borse del mondo sono crollate fino al 70% ed oltre, chi ha
investito nella borsa di Caracas, ovviamente le classi ricche ed oligarchiche
del Venezuela, non essendo l'investimento in borsa un fenomeno di massa come lo
può essere in Italia, non ci ha rimesso.
Chavez
è dunque al governo dal 1999, ma se si escludono i primi due anni per le grandi
riforme istituzionali ed altri due passati a contrastare i colpi di stato, di
fatto si è potuto "dedicare" al popolo solamente dal 2003. In questi pochi
anni, il popolo prima escluso da tutto e - come detto più volte - perfino dal
diritto di sognare un futuro migliore, oggi deve tutto a Chávez; ha acquisito
coscienza e diritti grazie a Chavez e gli sarà sempre riconoscente, perchè
nessuno prima di lui aveva speso del tempo ad occuparsi degli ultimi. Si
comprende, dunque, perchè il popolo (o la maggioranza del popolo) ama cosi
tanto Chávez e continuerà a votarlo tutte le volte che sarà candidato.
Il
referendum non riguardava, come hanno scritto i media italiani e mondiali,
l'elezione indefinita di Chávez, ma solo la possibilità per Chávez e qualsiasi
altro cittadino/cittadina di potersi candidare tutte le volte che lo desidera.
A decidere della sua elezione sarà il popolo quando sarà chiamato a votare e se
Chávez non cambia attitudine, la sua elezione sarà sempre scontata.
Ovviamente
ci sono ancora tanti problemi da risolvere in Venezuela; non basta un periodo
di dieci anni di buona, se non ottima gestione, per risolvere tutti i problemi
che questo paese si trascinava da secoli. Insomma non sono solo rose e fiori.
Uno dei motivi per cui Chávez si candiderà allo scadere di questo mandato è
proprio la necessità di continuare a governare per poter continuare ad
attaccare questi secolari problemi.
Attilio
Folliero - LPG, Caracas, 15/02/2008.