mercoledì 6 giugno 2012

Honduras: sfratto ai contadini

Grande mobilitazione contadina in difesa del diritto alla terra Continua la minaccia di sfratto massivo

di Giorgio Trucchi - Rel-UITA (traduzione: Davide Piccolo)

Migliaia di contadini accompagnati da organizzazioni popolari, sociali e sindacali della Valle del Aguàn si sono mobilitati il giorno 1 di Giugno nella città di Tocoa, rifiutando le minacce lanciate dal latifondista e produttore di palma africana Miguel Facussè Barjum, di sfrattare diverse tenute che sono oggetto di negoziazione con il governo e che sono in possesso del Movimiento Unificado Campesino del Aguàn (MUCA). Si esige di compimento degli accordi firmati con il governo nel 2010 e l'approvazione del progetto della legge di Trasformazione Agraria Integrale presentata l'anno passato al Congresso Nazionale.
La situazione del Bajo Aguàn potrebbe diventare esplosiva nei prossimi giorni, dopo che i delegati del Gruppo Dinant presentarono oggi davanti alla Segreteria di Sicurezza una richiesta per riattivare l'ordine di sfratto di almeno sette tenute - circa 4 mila ettari -, oggetto della negoziazione e degli accordi con il governo dal Giugno dell'anno passato, dove sono insediate migliaia di famiglie contadine affiliate al MUCA.
Inoltre, la dirigenza del MUCA ha deciso ieri di chiedere più tempo al governo per poter analizzare con la base contadina il piano di negoziazione presentato all'ultimo minuto dall'Istituto Nazionale Agrario (INA), la cui approvazione è condizione per poter proseguire con gli accordi.
"E`impressionante vedere il numero di persone arrivate a Tocoa per manifestare il deciso rifiuto alle minacce di Facussè, che ora sembrano essere appoggiate anche dall'INA", disse Yoni Rivas, segretario generale del MUCA.
Rivas etichettò come "irresponsabili" le dichiarazioni della massima autorità dell'INA ai media nazionali, dove dichiara che, al non firmare, il MUCA si troverà fuori da qualsiasi tipo di accordo e quindi, esposto a quello che potrà succedere.
"E`una brutale manipolazione della verità perché non possiamo firmare qualcosa che non abbiamo discusso con la base. In questo senso abbiamo chiesto più tempo, ma c'è stato negato. Inoltre - continuò Rivas - stiamo esigendo il complimento degli accordi del 2010 e l'approvazione nel Congresso del progetto di Legge di Trasformazione Agraria Integrale".
Il dirigente contadino assicura che con questa mobilitazione si è dimostrato che la Valle del Aguàn vuole giustizia e esige una giusta ripartizione della terra. "Siamo preoccupati per quello che potrà succedere nei prossimi giorni. Fin da ora allertiamo la comunità internazionale e le organizzazioni internazionali dei diritti umani perché mantengano alta l'attenzione su quello che potrebbe succedere", concluse Rivas.
Anche per Esly Banegas, del Coordinamento di Organizzazioni Popolari del Aguàn (COPA) e dirigente regionale del Sindacato de trabajadores del Instituto Nacional Agrario (SITRAINA), la mobilitazione di oggi è un segnale chiaro della volontà della gente di non lasciarsi intimidire dalle minacce.
"La gente ha reagito ed è venuta ad appoggiare questa lotta, rafforzando l'unità della popolazione. Non possiamo permettere che continuino le violazioni dei diritti umani e che si calpesti il diritto delle famiglie contadine all'accesso alla terra", sottolineò Banegas.
Secondo varie organizzazioni e reti internazionali, tra queste la Rel-UITA - che nei giorni passati convocarono un'Udienza pubblica e un Seminario internazionale sulla situazione dei diritti umani nelle comunità contadine - nel Bajo Aguàn c'è una mancanza assoluta delle istituzioni e regna l'impunità.
La mancanza di accesso alla terra, la promozione della monocultura della palma africana su grande scala, la militarizzazione del territorio e l'assenza dello stato sono elementi di un conflitto agrario che ha lasciato, ad oggi, un saldo di 48 contadini organizzati uccisi in meno di tre anni.



Note e gallerie fotografiche relazionate:
- Debemos exigir que el país deje de ser invisible - traducción al inglés
- (Vídeo) Intervención de Carlos H. Reyes en la Audiencia Pública sobre ddhh en el Bajo Aguán
- Un Estado para pocos en el reino de la impunidad
- Ni la caña de azúcar, ni la palma africana nos alimentan
- MUCA se moviliza y responde a Facussé
- Galería fotográfica del Seminario
- Galería fotográfica Audiencia Pública 1
- Galería fotográfica Audiencia Pública 2
- Aguán: Facussé amenaza con desalojos masivos

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