lunedì 5 marzo 2012

L’accaparramento delle terre

17 aprile: la terra per chi la lavora!
Il 17 aprile è la giornata internazionale delle lotte contadine che ricorda il massacro, in Brasile, di 19 contadini che lottavano per terra e giustizia (1996). Ogni anno si celebra questo giorno in tutto il mondo, a difesa dei contadini e delle contadine che lottano per i loro diritti. 
Durante gli ultimi anni abbiamo sofferto per l’attuazione di nuove politiche e di un nuovo modello di sviluppo basato sulla espropriazione di terre, conosciuto come ‘accaparramento di terre’ (land grabbing). L’accaparramento di terre è un fenomeno stimolato da investitori e persone di potere su scala locale, nazionale e internazionale, con la connivenza di governi e autorità del territorio, per controllare le risorse più preziose del mondo. 
L’accaparramento di terre ha portato alla concentrazione della terra e delle risorse naturali nelle mani di grandi investitori, padroni di piantagioni, imprese che trattano legname, idroelettriche e minerarie, impresari turistici e immobiliari, autorità responsabili di porti e infrastrutture ecc. La conseguenza è stata l’espulsione e l’allontanamento delle popolazioni locali – generalmente contadine – la violazione dei diritti umani delle donne, l’aumento della povertà, la divisione sociale e la contaminazione dell’ambiente.

L’accaparramento di terre va al di là della divisione imperialista Nord/Sud: le corporazioni transnazionali coinvolte hanno sede negli USA, in Europa, in Cile, Messico, Russia, India, Cina, Sudafrica, Thailandia, Malesia, Indonesia e Corea del sud, ecc.
Le istituzioni finanziarie, come le banche private, i fondi pensione e altri fondi di investimento sono diventati potenti agenti di accaparramento di terre, mentre si continua a intraprendere guerre per assumere il controllo delle ricchezze naturali. La Banca Mondiale e alcune banche regionali di sviluppo stanno facilitando l’accaparramento di terre e acque attraverso la promozione di misure e legislazioni che favoriscono le corporazioni, come la fornitura di capitali e di garanzie per gli investitori corporativi e lo stimolo a un modello economico di sviluppo distruttivo e estrattivista. 
Nel frattempo la Banca Mondiale e altre istituzioni hanno proposto sette principi per l’Investimento Agricolo Responsabile (IAR) che dovrebbero prevenire gli abusi, mentre in realtà danno legittimità all’accaparramento di terre da parte di investitori pubblici e privati. 

La Via Campesina insieme con i suoi alleati ha protestato contro questa iniziativa durante gli ultimi due anni.
L’accaparramento di terre è un fenomeno globale basato sul dominio dell’agricoltura da parte delle corporation, attraverso il controllo della terra, dell’acqua, dei semi e di altre risorse. Molti governi e gruppi di pressione lo giustificano sostenendo che l’agroindustria modernizzerà le pratiche agricole arretrate e garantirà la sicurezza alimentare per tutti. Nonostante queste affermazioni abbiano grande diffusione è stato dimostrato che nella realtà sono completamente false. 
I protagonisti dell’accaparramento delle terre danno la priorità al profitto piuttosto che al benessere delle persone: producono agrocombustibili quando questo porta a un lucro maggiore rispetto alla produzione di alimenti ed esportano i prodotti alimentari se questo è più conveniente rispetto al venderli sul mercato locale. In questa corsa al profitto, l’agroindustria sta accrescendo il suo controllo dei sistemi di produzione degli alimenti, monopolizzando le risorse e dominando nei processi di assunzione di decisioni. I gruppi di pressione corporativi possiedono una forte influenza politica che schiaccia le istituzioni democratiche. Inoltre, agiscono con la complicità delle classi dirigenti locali e nazionali (operatori finanziari, politici e leader di comunità) che non proteggono il proprio popolo dal saccheggio.
 
L’accaparramento di terre ha espropriato contadini e contadine, popoli indigeni, in particolare donne e giovani delle loro risorse e mezzi di sussistenza. Sta anche gravemente danneggiando l’ambiente. I popoli indigeni e le minoranze etniche si vedono espulsi dai loro territori dalle forze armate, il che aumenta la loro vulnerabilità e in certi casi porta anche a condizioni di schiavitù.
Le false soluzioni al cambiamento climatico, basate sul mercato, come il concetto che va di moda di “economia verde” (green economy) stanno cercando di separare per sempre le comunità locali dalle loro risorse agricole e naturali.

 Quindi, La Via Campesina chiama tutti e tutte i suoi membri e alleati, movimenti di pescatori, organizzazioni di lavoratori agricoli, gruppi di studenti e organizzazioni ambientaliste, movimenti a favore della giustizia sociale ad organizzare azioni in tutto il mondo il giorno 17 aprile per realizzare una massiccia dimostrazione di resistenza popolare contro l’accaparramento di terre e dare voce alla lotta contro il controllo delle risorse agricole e naturali da parte delle corporation.

Uniamoci e lottiamo:
* Per fermare l’accaparramento di terre e rivendicare la terra che ci è stata sottratta. La terra deve stare nelle mani di chi la lavora!
* Per realizzare una riforma agraria integrale e portare la giustizia sociale nelle zone rurali.
* Per porre fine al controllo della vita di miliardi persone da parte di pochi investitori e imprese transnazionali.
* Per opporsi ai principi degli “investimenti agricoli responsabili” (IAR) proposti dalla Banca Mondiale poiché non ci può essere niente di “responsabile” nel fatto che investitori e imprese si impadroniscano di terre agricole
* Per rafforzare il sistema di produzione agricola basato sull’agricoltura contadina e la sovranità alimentare.

Invitiamo tutti i movimenti, le organizzazioni, i gruppi a organizzare il 17 aprile un’azione diretta, la proiezione di un video, un mercato contadino, una occupazione di terre, una discussione, una protesta, una mostra d’arte o qualsiasi altra azione finalizzata a sostenere i nostri obiettivi

(Jakarta, 2 marzo 2012) 
LA VIA CAMPESINA

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