venerdì 30 marzo 2012

Aysen: tu problema es mi problema


Le lotte sociali che percorrono il Cile, e che hanno in molti casi saldato le rivendicazioni studentesche con quelle dei lavoratori, già da mesi hanno il loro centro nella regione di Aysen, Patagonia, diventata simbolo del disagio e della protesta con l’efficace slogan, creato dal vescovo mons. Luis Infanti de la Mora, e diffusosi rapidamente in tutta la nazione con l’appoggio anche di intellettuali e artisti (tra cui il gruppo Inti Illimani "Nuevo") :"Aysen-tu problema es mi problema".
Le rivendicazioni di Aysen, che lamenta una condizione di isolamento e di disattenzione da parte del governo, partono dalla richiesta di infrastrutture, sussidi per la piccola e media impresa, migliori condizioni di lavoro, per arrivare alla possibilità di essere dichiarata zona franca con agevolazioni tra cui riduzione del costo della benzina,- come è avvenuto in altri Paesi per regioni in qualche modo più isolate e "svantaggiate" geograficamente anche se dotate di bellezze naturali..
Il 15 marzo 2012 il portavoce del governo Andrés Chadwick, accusando i manifestanti di blocchi stradali ed episodi di violenza, ha giustificato gli interventi anche pesanti dei carabineros avvertendo che il Governo avrebbe valutato l'applicazione della “Ley de Seguridad” -cosa che puntualmente si è poi verificata nei confronti di 22 abitanti della regione.
La reazione della Chiesa cilena rappresentata dalla Confederazione dei Religiosi del Cile, è stata di dura condanna:
“Siamo indignati per quello che accade ad Aysen e denunciamo qualsiasi tipo di azione violenta contro i cittadini, qualsiasi negazione dell'esercizio del dialogo pacifico. Siamo contrari ad ogni eventuale applicazione di leggi (anti-terrorismo, di sicurezza nazionale, per esempio) che non hanno niente a che fare con questi problemi”. Il testo conclude con una nota di speranza: "E' possibile costruire la grande ‘tavola per tutti’, ascoltando l'altro e dimostrando empatia verso i fratelli più deboli" (fonte: Radio Vaticana.org).
Il 20 marzo i dirigenti del Movimiento Social de Aysén inviano al ministro e vicepresidente Rodrigo Hinzpeter una lettera con la proposta di ritirare i blocchi stradali in cambio della rinuncia del Governo ad applicare la Ley de Seguridad del Estado ai 22 abitanti della Regione implicati.
La lettera -firmata dai dirigenti della Mesa Social Aysen tra cui Ivan Fuentes e Misael Ruiz.-chiede anche di "ritirare le Forze Speciali dei Carabineros la cui presenza "è una chiara provocazione alla violenza", e di "onorare gli accordi ottenuti nelle riunioni con il ministro dell' Energia, Rodrigo Álvarez, in cui questi si è impegnato a implementare una zona franca, inclusi i combustibili, e a realizzare altri punti concordati".
Ma mercoledì 21 marzo, mentre ancora si aspetta una risposta, la violenza esplode. Fonti del luogo attraverso i blog denunciano che le "forze speciali" dei carabineros entrano fin dentro le case picchiando i lavoratori anche non partecipanti alle manifestazioni, e che si segnalano almeno 27 lavoratori feriti da colpi di bastone. Un vero e proprio combattimento di 23 ore con le Forze speciali, con incendi, danneggiamento di immobili, feriti da entrambe le parti.
"Mai visto niente di simile a Coyhaique.." dichiara il governatore della zona ."Il centro sembra una zona di guerra. Ci sono danni per milioni"
La Agrupación Nacional de Empleados Fiscales (ANEF) di Aysén riferisce che le Forze Speciali dei Carabineros avrebbero attaccato con bombe lacrimogene la sede regionale dell’Associazione in Coyhaique, al cui interno si trovavano persone ferite che venivano soccorse da personale medico.
Il presidente regionale dell' organizzazione, Julio López, dichiara :"La polizia ha circondato la sede, e lanciato bombe lacrimogene pur sapendo che qui c'erano feriti e infermieri che prestavano loro soccorso".
In un documento di denuncia la ANEF (Agrupación Nacional de Empleados Fiscales de la Región de Aysén) ha quindi redatto e inoltrato una dura protesta sugli avvenimenti del 21 marzo in cui si afferma:
"A fronte della crudele repressione ordinata dal Governo contro la nostra regione di Aysen e oggi contro la popolazione di Coyhaique, che include percosse ai manifestanti, violenza inusitata contro le persone con uso di proiettili ad aria compressa, bombe lacrimogene, irruzione nelle case, negazione di informazioni sui detenuti, violazioni dei principii umanitari elementari come fornire cure ai feriti,attacchi alla sede Anef e all'ospedale di Coyhaique,
ESIGIAMO:
-il ritiro immediato delle Forze Speciali dei Carabineros che si comportano come truppe di occupazione in Aysen.
-il ritorno immediato di Piñera in Cile (dal Vietnam,.n d r) per aprire il dialogo coi dirigenti regionali.
-la rinuncia del Generale dei Carabineros Gustavo González a ordinare la esecuzione della repressione violenta e brutale contro il popolo del Cile e della Regione di Aysén perpetrata nell'ultimo periodo.
-ANNUNCIAMO azioni legali contro il Ministro degli Interni Rodrigo Hinzpeter che ha abusato
dei suoi poteri contro persone che, come primo dovere, egli deve proteggere.
FACCIAMO APPELLO alle forze democratiche del Cile e del mondo perchè dirigano la loro attenzione alla Regione di Aysén che sta subendo la più crudele aggressione di cui si abbia memoria. Siamo alle soglie di una tragedia che deve essere evitata.”
MOVIMIENTO AYSEN - Tu problema es mi problema

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