domenica 4 settembre 2022

Il dolore dei registi iraniani incarcerati

 "Creare è la nostra ragione di vita"
 Il messaggio di Panahi e Rasoulof

«Siamo cineasti. Facciamo parte del cinema iraniano indipendente. Per noi vivere significa creare. Creiamo opere che non sono su commissione, per questo chi è al potere ci vede come criminali»: comincia così la dichiarazione dei registi iraniani Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof, letta dal direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera al panel «Cineasti sotto attacco». Panahi è stato privato della libertà personale nel luglio scorso, per aver manifestato insieme a numerosi suoi colleghi per l'arresto di altri due registi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, avvenuto a seguito delle proteste contro la violenza nei riguardi di civili in Iran. 
«La storia del cinema iraniano - prosegue il messaggio - testimonia la presenza costante e attiva di registi indipendenti, che hanno lottato per respingere la censura e per assicurare la sopravvivenza di quest'arte. Fra questi, ad alcuni è stato vietato di fare film, altri sono stati costretti all'esilio o ridotti all'isolamento. Eppure la speranza di poter nuovamente creare è una ragione di vita, non importa dove, quando o in quale circostanza un cineasta indipendente stia creando o pensando di creare».

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