mercoledì 10 ottobre 2012

Il vescovo alla ’ndrangheta: “non potete dirvi cristiani”

Monsignor Salvatore Nunnari*
*arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano

Un momento della processione della Madonna di Polsi

Mi appello a voi, uomini della mafia,
come figlio di questa terra “grande e amara”. Ai suoi mali antichi si sommano le vostre organizzazioni “di cui la ‘ndrangheta è oggi la faccia più visibile e pericolosa”. (Doc. Conferenza episcopale calabra 2007). Una presenza che fa pagare alla nostra terra un prezzo alto a livello sociale, economico e religioso. 
Siete però minoranza e non rappresentate la storia e la civiltà millenaria dei nostri padri. Come Caino però portate il segno di Dio per non essere oggetto dell’odio e della vendetta: “ Nessuno tocchi Caino”., (cfr. Gn 4,9-15) In lui potete riconoscere il progenitore. Nel suo cuore perverso, che abbatte il fratello Abele per avere la supremazia e il dominio sulle cose che Dio aveva messo a disposizione di tutti, il vostro cuore.
I segni che vi distinguono sono l’arroganza del potere, la spregiudicatezza del possedere, l’animosità che acceca e annulla i vincoli di sangue e la mancanza assoluta di rispetto per la vita e la dignità umana.
In questo contesto, avere la presunzione di appellarvi a tradizioni religiose, come spesso fate anche cercando di prendere parte alla preparazione di feste patronali, è semplicemente assurdo. Non c’è nulla nel Vangelo di Cristo a cui voi mafiosi potete richiamarvi, anzi la vostra stessa esistenza fatta di violenza e soprusi è una controtestimonianza allo spirito e alla norma etica della Parola di Dio. Non è certo la partecipazione, anzi peggio l’inserimento subdolo nelle pratiche della pietà popolare, che vi abilita ad appartenere a una Chiesa che purtroppo, soprattutto nel passato, non sempre è riuscita a discernere i vostri atteggiamenti a tal punto da cadere in questo imbroglio. Ciò ha permesso ad alcuni della vostra poco o per nulla onorata società di far parte di comitati per la realizzazione delle feste. Anche per questo alcune di esse hanno ancora molto dello spirito pagano.
E come riuscite a definirvi cristiani e mafiosi allo stesso tempo lo spiegano le testimonianze di Caldarola in Autobiografia di Cosa nostra.
“Fra di noi ci sono molti cattolici, per esempio una delle regole di Cosa nostra vieta di uccidere il venerdì perché per noi è un giorno di lutto. Sembra strano ma tutti noi uomini di onore abbiamo la Bibbia, festeggiamo i Santi, anche se sappiamo le conseguenze. Siamo cattolici: di fatti io sono cattolico e appartengo a Cosa nostra”.
Basta con la strumentalizzazione della devozione alla Madonna e ai Santi a cui solo cuori purificati e semplici possono accostarsi. Se Cristo è la vita e la verità, il vostro agire vi mette dalla parte della morte e della menzogna. Se la Chiesa e l’esempio di santità di tanti uomini colpiti da voi vi indicavano la luce, voi avete scelto consapevolmente le tenebre. Se Dio è tenerezza, amore infinito e compassione per tutti gli uomini, un insano ed erroneo senso dell’onore arma la vostra mano contro i fratelli. Ed infine, vi ricordo che “la gloria di Dio è l’uomo vivente” (salmo 21). Voi che seminate morte offendete invece Dio ogni giorno opponendovi anche a testimoni che nelle situazioni difficili delle nostre città e dei nostri piccoli centri vi richiamavano alla conciliazione: Don Pino Puglisi è l’ultimo esempio.
La nostra terra
Se il Mezzogiorno e la Calabria vivono in condizioni di arretratezza socio-economica che conculca la speranza soprattutto delle nuove generazioni, la vostra colpevolezza è immensa.
Quando da organizzazione criminale locale avete occupato gli spazi spesso lasciati liberi da uno Stato, a volte poco attento ai nostri problemi, avete superato i vecchi canoni e gli stessi confini nazionali diventando una vera e propria forza imprenditrice del male.
Quello che per voi è stato “un salto di qualità”, per il Mezzogiorno ha segnato un ulteriore passo indietro con conseguenze deleterie sotto il profilo dell’immagine della nostra terra. Ciò continua a provocare la fuga degli investimenti.
Non si contano le piccole e medie aziende anche di imprenditori del nord del Paese che sono state costrette a chiudere battenti per le richieste di pizzo.
Accanto a questo fenomeno, inoltre, continua inesorabile quello dell’abbandono dei nostri centri da parte dei giovani scoraggiati verso ogni tipo di attività commerciale e d’impresa.
Molte energie vanno altrove dove trovano terreno fertile per le per realizzare le loro idee mentre, altre ( sempre di meno) resistono coraggiosamente sfidando ogni giorno ostacoli di ogni tipo.
L’immagine e la cultura accogliente della Calabria degradata a terra di mafia diventano facile giustificazione della presa di distanza di ogni tentativo di avviare un’attività economica.
Il racket subito quotidianamente dai piccoli commercianti è la causa di fallimento e chiusura oltre che un’offesa alla libera iniziativa e alla dignità dell’uomo.
Lodevole ed efficace l’azione della cosiddetta società civile e della voglia di riscatto dei nostri giovani. Altrettanto importante il lavoro della magistratura e della forze dell’ordine che individuano e confiscano i vostri beni.
Questo rappresenta per la parte sana del Mezzogiorno una delle scelte di lotta più significativa che colpisce il malaffare e restituisce alla società ciò che avete violentemente e illegalmente usurpato.
Tuttavia, come l’esperienza insegna, non è l’unica strada da percorrere anche perché siete diabolicamente capaci di occultare flussi di denaro e investimenti in ogni campo.
Nel nostro territorio ad esempio, collegato con i mercati internazionali del narcotraffico, famiglie mafiose amministrano una parte considerevole di questo criminoso e sempre più preoccupante commercio che mentre assicura fiumi di denaro, spezza la vita di tanti giovani. La loro morte grida vendetta al cospetto di Dio della vita e dovrebbe pesare come un macigno sulla vostra coscienza.
Le lacrime di tanti genitori e sposi in questi anni del mio Ministero pastorale hanno reso arduo considerarvi ancora capaci di accogliere l’appello che nasce dal cuore di un padre.
Tuttavia, sono un uomo di speranza che nutre fiducia nell’immensa misericordia di Dio, mai stanco di amore e di incrociare, magari attendendo, l’essere umano sulle vie tortuose della sua esistenza.
Trovo perciò nella Sua Parola un testo davvero interessante secondo il quale nessuno è perduto fino a quando ha la forza di cambiare. Dice Isaia: “L’uomo abietto non sarà chiamato più nobile…perché l’abietto fa discorsi abietti e il suo cuore trama iniquità per commettere empietà così da compiere e affermare errori intorno al Signore, per lasciare vuoto lo stomaco dell'affamato e far mancare la bevanda all'assetato…
Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall'alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva.
Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Effetto del diritto sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza”. (Is. 32,5-7; 15-17). Insomma, dopo la notte la luce. E i segnali di rinascita culturale della nostra terra ci fanno ben sperare.
Il male non può essere l’assoluto nella vostra vita, aprite perciò il cuore al messaggio eterno del Vangelo che è annuncio di liberazione e di salvezza e non ha nulla a che fare con le false devozioni.
La Bibbia che spesso tenete tra le mani deve diventare fonte di vera riflessione e di cambiamento radicale.
Ecco allora, vi chiedo di farvi raggiungere dallo Spirito effuso dall’Alto, l’unico che ha il potere di mutare il deserto della vostra esistenza in un giardino dove fiorisce la giustizia e la pace.“Fatevi riconciliare con Dio” (Cor. 5,20), è ancora l’esortazione che Paolo rivolge ai cristiani e che è rivolta anche a voi oggi.
Se riscoprirete infatti la Grazia del battesimo ricevuto potrete rivivere la gioia di essere ancora figli di Dio redenti dal sangue di Suo Figlio.
Il martire della fede Don Pino Puglisi, vittima del vostro odio e che oggi è certamente intercessore presso il trono di Dio per chiedere il perdono, vi ricorda che “ Ogni cuore ha i suoi tempi che neppure noi riusciamo a comprendere.Il Signore bussa e sta alla porta. Quando il cuore è pronto aprirà”.
Le Chiese meridionali e calabresi vi hanno rivolto da tempo l’invito alla conversione. I vescovi nei loro interventi sono stati chiari. Illuminanti sono i documento del 1975 L’Episcopato calabro contro la mafia, disonorante piaga della società e quello più recente del 2007 : Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo. E’ questo un passo del Vangelo di Luca (13,5).  Ecco la spiegazione : “Gesù commentando episodi di cronaca avvenuti a Gerusalemme, rimanda alla radice di tutti i mali: la peccaminosità dell’uomo, la potenziale connivenza con la violenza che si annida nel cuore umano in ogni tempo.
Il suo è un chiaro invito a cercare, anzitutto dentro di noi, i segni della complicità con il peccato”.
Scrivono poi i vescovi che “ Il primo passo, quindi, è la conversione personale e comunitaria, grazie ad un cambio di mentalità nel cuore e nella vita di ogni uomo e donna, di ogni famiglia, gruppo e istituzione, che permetta di rimuovere le forme di collusione con l’ingiustizia e respingere l’ingannevole fascino del peccato”.
Un invito che fa eco al grido del Beato Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi in Sicilia : “Convertitevi ! Un giorno verrà il giudizio di Dio”.
Sappiate che anche la società sta cambiando, anzi è già cambiata e dalle rive del mare e dalle cime dei monti già si intravvede un’alba nuova.
A voi scegliere da che parte stare!


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